Jerome K. Jerome

Tre uomini a zonzo, umorismo e non solo

Jerome K. Jerome l’autore di Tre uomini a zonzo

Se cerchi un modo per ritrovare il buon umore allora Tre uomini a zonzo è il libro che fa per te.

Fu scritto sul finire dell’800 da Jerome Klapka Jerome. Scopriamo insieme brevemente la vita di questo geniale scrittore.

Giovinezza di Jerome K. Jerome

Jerome K. Jerome fu uno scrittore britannico vissuto tra il 1859 e il 1927.
Quando era fanciullo la sua famiglia, una volta facoltosa, cadde in miseria a causa di cattivi investimenti.
Il più grande desiderio di Jerome, quando era un bambino, era di diventare da grande un uomo di lettere, ma i suoi genitori morirono prematuramente a poca distanza l’uno dall’altro.
Rimasto orfano a soli 14 anni, dovette lasciare la scuola per sbarcare il lunario.
Svolse tantissimi lavori diversi. Inizialmente si impiegò in una compagnia ferroviaria dove il suo compito era quello di raccogliere il carbone caduto sulle rotaie. Successivamente tentò la carriera artistica facendo l’attore teatrale. Poi fece l’insegnante, l’impiegato in una compagnia edile e il portaborse per un avvocato.
Nel frattempo continuava a coltivare la sua passione letteraria scrivendo novelle, romanzi e saggi che però venivano puntualmente respinti dagli editori e dai giornali.
Finalmente a 26 anni riuscì a far pubblicare il suo primo romanzo Sul palco e sotto, un libretto umoristico ispirato alla sua “carriera” di attore.
L’anno dopo riscosse un discreto successo con Pensieri oziosi di uno ozioso, una raccolta di racconti umoristici.

Un viaggio sul Tamigi che cambiò tutto

Tamigi a Hampton Court di Sisley
Tamigi a Hampton Court di Sisley

A 29 anni si sposò e i due sposini andarono in viaggio di nozze su una barchetta lungo il Tamigi.

Questo viaggio fu di ispirazione per il romanzo che portò Jerome al successo: all’età di 30 anni, infatti, diede alle stampe Tre uomini in barca, per non parlar del cane, un capolavoro della comicità di tutti i tempi. Per rendere la narrazione più comica e frizzante, Jerome sostituisce alla coppia di sposini tre amici di lunga data che porteranno con sé nel loro viaggio un cane.

Jerome K. Jerome e il suo cane
Jerome K. Jerome e il suo cane

I protagonisti quindi sono J, che è la voce narrante, George, Harris e Montmorency, un buffissimo Fox Terrier. In questo modo Jerome crea la situazione ideale per il susseguirsi di spassosissime gag che faranno di questo libro un’icona del British humor.
Lo stile misurato e la raffinata ironia rendono il susseguirsi di gag comiche davvero esilarante.

Un viaggio in Germania, l’ispirazione per Tre uomini a zonzo

Primavera nella Foresta Nera di Arnold Lyongrün
Primavera nella Foresta Nera di Arnold Lyongrün

Nel 1889 Jerome si recò per un viaggio in Germania. Anche questa volta il viaggio sarà di ispirazione per un nuovo romanzo. Nel 1900, dieci anni dopo il successo di Tre uomini in barca, infatti, Jerome pubblicò un altro capolavoro dell’umorismo inglese: Tre uomini a zonzo.

Tre uomini a zonzo

In Tre uomini a zonzo ritroviamo i tre protagonisti di Tre uomini in barca un po’ più cresciuti ma non più maturi. J ed Harris si sono nel frattempo sposati e hanno dei figli, mentre George è rimasto scapolo. Non è assolutamente necessario aver letto Tre uomini in barca per poter gustare Tre uomini a zonzo. Infatti il sequel ha una struttura completamente autonoma.

La diffusione delle biciclette e del cicloturismo
diffusione del cicloturismo – fotografia del 1892

Questa volta i nostri protagonisti abbandoneranno la barca per inforcare invece la bicicletta. Anzi useranno una bicicletta e un tandem per rendere ancora più divertente la narrazione.

La bicicletta era infatti allora una vera e propria moda come abbiamo raccontato nell’articolo Storia della bicicletta.

Con un’eleganza stilistica senza pari, Jerome è in grado di regalare al lettore momenti di leggera spensieratezza.

Parlare tedesco: un’impresa ardua!

Nel romanzo la cultura tedesca viene raccontata dal punto di vista di un britannico sul finire dell’epoca vittoriana. Ad un certo punto Jerome parla della sua difficoltà di apprendere il tedesco e ci racconta:

“A parte le sofferenze dei primi martiri cristiani, poche persone credo, hanno passato quel che ho passato io tentando di arrivare alla giusta pronuncia della parola tedesca Kirche che significa Chiesa”

Già in Tre uomini in barca Jerome ci aveva divertito parlando delle sue lotte con la lingua tedesca e in quell’occasione ci aveva detto:

“Io il tedesco non lo capisco, l’ho studiate a scuola, ma dopo due anni l’avevo già dimenticato. E da allora sto molto meglio!”

Tre uomini a zonzo regala spunti di storia tedesca

Tra una gag e l’altra Jerome ci regala tanti spunti per approfondire la storia tedesca.

Ad esempio ci parla dei principi elettori, ricordandoci che il titolo di Sacro Romano Imperatore era elettivo e non ereditario.

Ancora ci parla dei territori dell’Alsazia e Lorena che in quel preciso momento storico erano tedeschi (in seguito alla guerra tra la Prussia di Bismarck e la Francia di Napoleone III del 1870).

Defenestrazione di Praga del 1618
Defenestrazione di Praga del 1618

Ci racconta della “defenestrazione di Praga” (Praga nel 1900 non era tedesca, ma all’epoca di quell’episodio, che innescò la guerra dei trent’anni 1618-1648, rientrava nei territori del Sacro Romano Impero Germanico). 

Sono solo accenni, ma resi con un tale delicato umorismo da suscitare nel lettore il desiderio di approfondire per suo proprio diletto.

Tre uomini a zonzo tra umorismo e profezia

Con il suo stile misurato, Jerome riesce ad allietare il lettore, ma non senza lasciar spazio alla riflessione. Verso la fine del romanzo, infatti, la fresca vena umoristica di Jerome lascerà il passo a una angoscia sottile. Jerome riesce ad avere una visione tristemente profetica della situazione del popolo tedesco all’alba del XX secolo.

“Si può dire che il tedesco è un individuo sempre disposto ad andare dovunque e a fare qualunque cosa gli venga ordinata. Questo tipo di carattere è dovuto principalmente alle scuole. In esse l’insegnamento si impernia eternamente sul dovere. Sarebbe l’ideale di qualunque popolo, ma prima di legarvisi si dovrebbe logicamente cercare di capire in che cosa questo dovere consista. Il concetto tedesco parrebbe il seguente: cieca obbedienza di fronte ad ogni divisa. Fino ad ora il tedesco ha avuto la somma fortuna di essere ben governato. I guai cominceranno però quando, per un qualunque caso, si guasterà qualche ingranaggio della macchina del governo.”

Con amara ironia Jerome riesce a cogliere elementi che preannunciano i drammatici avvenimenti che, da lì a pochi decenni, avrebbero devastato l’Europa e il mondo intero. Anche per questo Tre uomini a zonzo continua a essere un classico della letteratura internazionale.

Hanna Arendt nel suo La banalità del male, reportage del processo a Eichmann, nazista processato per genocidio a Gerusalemme nel 1961,  scriverà:

“… [Eichman] non era uno stupido; era semplicemente senza idee (una cosa molto diversa dalla stupidità), e tale mancanza d’idee ne faceva un individuo predisposto a divenire uno dei più grandi criminali di quel periodo.”

Conduce alle medesime riflessioni il film documentario L’uomo per bene (titolo originale The decent one) del 2014 che attraverso lettere private, documenti e diari inediti tratteggia la biografia di Heinrich Himmler, l’architetto della Soluzione Finale, che scrisse:

“Nella vita, un uomo deve essere per bene, coraggioso e di buon cuore”

L’importanza del pensiero critico sottolineata da Tre uomini a zonzo

Con uno stile impareggiabile e leggero Jerome, da genio qual è, ci rammenta ancora oggi l’importanza del pensiero critico pur in un romanzo umoristico come Tre uomini a zonzo. In un mondo in cui imperversano i falsi dettami del “pensa positivo” e del “non criticare” che ci vogliono tutti proni, inebetiti e passivamente aderenti a qualsiasi indicazione, Jerome ci ricorda di pensare. Non è necessario essere inutilmente sovversivi, è sufficiente pensare.

Il significato del viaggio alla fine di Tre uomini a zonzo

Il titolo originale di Tre uomini a zonzo è Three Men on the Bummel. Bummel è una parola tedesca e alla fine del romanzo Jerome, anzi J., ci spiega il suo significato:

“…io lo definirei un viaggio, lungo o breve, senza una meta precisa. L’unica regola consiste nel tornare, entro un dato tempo, al punto di partenza. Talvolta si va per strade affollate, talvolta attraverso campi e sentieri, talvolta si dispone di poche ore oppure di qualche giorno…Sorridiamo a molte persone che incontriamo; con qualcuna sostiamo a far quattro chiacchiere, oppure ci accompagniamo per un tratto. Vediamo molte cose interessanti e spesso ci sentiamo un po’ stanchi. Però nel complesso ci siamo divertiti, e la fine del Bummel desta in noi un po’ di rammarico.”

E così ogni viaggio diventa una straordinaria metafora del viaggio della vita.

Il video su Tre uomini a zonzo

Se desideri sapere di più su Tre uomini a zonzo ti invito a vedere il video sul canale YouTube di Libriazonzo che trovi qua sotto.

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