I personaggi della Primavera di Botticelli

I personaggi della Primavera di Botticelli

I personaggi della Primavera di Botticelli sono comunemente identificati con figure della mitologia classica i cui significati allegorici sono tuttora oggetto di molteplici interpretazioni.

In questo articolo andiamo a scoprire chi sono le figure rappresentate in quest’opera, uno dei quadri più celebri di tutta la storia dell’arte.

Per farlo daremo anche uno sguardo al contesto storico culturale in cui questo capolavoro è stato realizzato.

La disposizione dei personaggi della Primavera di Botticelli

Le nove figure della composizione si stagliano su un giardino fiorito delimitato da un boschetto di aranci in fiore che fa da cornice al quadro.

I tre personaggi maschili (Zefiro, Cupido e Mercurio) sono posti all’esterno e paiono racchiudere come in un abbraccio le sei figure femminili.

Le uniche due figure che paiono guardare lo spettatore sono Venere, al centro del quadro ma in secondo piano rispetto alle altre figure, e la Primavera che pare avanzare verso il centro della composizione.

Chi sono i personaggi della Primavera di Botticelli

Andiamo a conoscere le figure rappresentate dal Botticelli nella sua Primavera procedendo da destra verso sinistra.

personaggi della Primavera di Botticelli
personaggi della Primavera di Botticelli

Zefiro, Clori e Flora: i primi tre personaggi della Primavera di Botticelli

Zefiro, Clori e Flora, i primi tre personaggi della Primavera di Botticelli
Zefiro, Clori e Flora, i primi tre personaggi della Primavera di Botticelli

Dal fitto del boschetto emerge sulla destra una bluastra figura alata: è Zefiro, il vento di primavera, colto nell’atto di abbracciare la sfuggente ninfa Clori.

Grazie al soffio fecondo di Zefiro, germogliano fiori dalla bocca della giovane ninfa che si trasforma così nella dea Flora, personificazione della Primavera.

I primi tre personaggi della Primavera di Botticelli incarnano dunque il mito che Ovidio (43 a.C. – ? 17 d.C.) narra nei Fasti (libro V 195 – 212):

“Oggi il mio nome è Flora, ma una volta ero Clori…una ninfa…Si era di primavera, e io me ne andava errando; mi vide Zefiro,
 e io mi allontanai; prese a inseguirmi, e io a fuggire.
 Ma fu più forte di me… Zefiro fece ammenda della violenza dandomi il nome di 
sposa…Godo d’una eterna primavera…Possiedo un fiorente giardino …il mio sposo lo ha riempito di copiose corolle, e ha detto:
“Abbi tu, o dea, piena signoria sui fiori”

Botticelli raffigura quindi la Primavera sia prima che dopo la metamorfosi. La ninfa Clori, vestita di un leggero velo bianco che non nasconde nulla, si trasforma nella dea Flora, inghirlandata e coronata di fiori variopinti, che coglie boccioli di rose dal lembo della veste fiorita per spargerli generosamente sul giardino incantato.

Venere e Cupido

Al centro della composizione troviamo Venere, analoga alla divinità greca Afrodite. La dea dell’amore e della bellezza col capo velato, elegantemente vestita e ornata di perle, pare guardarci mentre guida la danza della sue ancelle, le Grazie, con un lieve gesto della mano destra.
 
Venere e Cupido tra i personaggi della Primavera di Botticelli
Venere e Cupido tra i personaggi della Primavera di Botticelli
 
Venere è accompagnata dal figlioletto Cupido, o Eros nella mitologia greca, (del quale abbiamo parlato anche nell’articolo su Amore e Psiche e su Il mito di Apollo e Dafne). Il giovane dio dell’amore è raffigurato dal Botticelli con gli occhi bendati nell’atto di scoccare una freccia infuocata d’amore verso una delle tre Grazie.

Le Grazie

Le tre Grazie, tra i personaggi della Primavera di Botticelli
Le tre Grazie, tra i personaggi della Primavera di Botticelli

Vicino a Venere troviamo tre fanciulle che fluttuano sul prato danzando armoniosamente con le mani intrecciate poste su tre diversi livelli come a formare un’onda.

Sono le tre Grazie, o Cariti secondo la mitologia greca, e rappresentano la bellezza, la gioia e la prosperità.

Le troviamo nella Teogonia (v 907 ss) di Esiodo (metà VIII sec a.C. – VII sec a.C.) come figlie di Zeus e della divinità marina Eurinome:

“Eurinome dal gradevole aspetto, figlia d’Oceano, diede a Zeus le tre Cariti dalle belle guance: Aglaia, Eufrosine e Talia, l’amabile…”

Mercurio

Mercurio, particolare della Primavera di Botticelli
Mercurio, particolare della Primavera di Botticelli

Infine sulla sinistra troviamo Mercurio, o Ermes secondo la mitologia greca, il messaggero degli dei dai sandali alati (del quale abbiamo parlato anche negli articoli su Circe e Ulisse, la storia completa e su Filemone e Bauci, il mito dell’ospitalità e dell’amore oltre la morte). Mercurio pare proteggere l’armonia del boschetto dissipando le nubi con il suo caduceo, la verga dorata simbolo di pace (se ti incuriosisce la storia del caduceo ti invito a guardare il video sui personaggi della Primavera di Botticelli). Forse Mercurio è intento altresì a cogliere un frutto dorato da donare a quella delle tre Grazie che eleggerà come la sua prescelta.

La figura richiama un passo dell’Asino d’Oro (libro X, 30) di Apuleio (? 125 – 170):

“un fanciullo di straordinaria bellezza, tutto nudo tranne che per il mantello da efebo che gli copriva la spalla…la piccola verga che portava lo faceva riconoscere come Mercurio”

Si tratta di un episodio in cui Apuleio accenna al mito del giudizio di Paride cui abbiamo deciato il nostro articolo La mela della discordia.

La natura tra i personaggi della Primavera di Botticelli

margherite e altri fiori, particolare della Primavera di Botticelli
margherite e altri fiori, particolare della Primavera di Botticelli

Possiamo azzardare a dire che uno dei protagonisti del dipinto sia la natura.

Le figure mitologiche sono in perfetta armonia con lo splendido sfondo naturalistico ricco di fiori primaverili.

Sono state riconosciute almeno 138 specie diverse di piante a ornamento del sontuoso boschetto.

piante di arancio, particolare della Primavera di Botticelli
piante di arancio, particolare della Primavera di Botticelli

Il giardino dipinto dal Botticelli risulta così una vera festa per l’occhio.

Il contesto storico culturale

Per meglio comprendere i personaggi della Primavera di Botticelli è utile dare un seppur rapido sguardo al contesto storico culturale in cui ci troviamo.

Un mondo alle soglie della modernità

Autoritratto di Sandro Botticelli, particolare dell'Adorazione dei Magi di Botticelli
Autoritratto di Sandro Botticelli, particolare dell’Adorazione dei Magi di Botticelli

Botticelli, al secolo Sandro di Mariano Filipepi (1446 – 1510) dipinse la Primavera attorno al 1480.

Siamo dunque alle soglie di quel momento storico considerato convenzionalmente lo spartiacque tra il Medioevo e l’Età Moderna.

Fermento culturale

Da una trentina d’anni Gutemberg aveva realizzato la stampa a caratteri mobili, un’invenzione che avrebbe avuto un effetto allora inimmaginabile sulla diffusione della cultura e delle idee in Europa.

Quasi contemporaneamente, un altro evento aveva contribuito al rinnovamento culturale europeo: in seguito alla conquista ottomana di Costantinopoli nel 1453, molti eruditi bizantini si rifugiarono in Italia portandovi innumerevoli manoscritti classici di valore inestimabile.

Il rinnovato interesse per i classici greci e romani sarà determinante per  la fioritura artistica rinascimentale.

La Firenze medicea: un polo culturale

Siamo nella Firenze medicea, in particolare nel periodo di Lorenzo il Magnifico (1449 – 1492), mecenate ed erudito che fece della cultura e dell’arte uno straordinario strumento di potere.

Attorno alla ricchissima famiglia de’ Medici gravitavano intellettuali del calibro del poeta Agnolo Poliziano (1454 – 1494), filologo e commentatore di testi classici e latini, nonché del filosofo Marsilio Ficino (1433 – 1499), traduttore di opere classiche e massimo esponente della filosofia neoplatonica.

Lo stesso Botticelli fu uno dei protagonisti del circolo intellettuale della Firenze di Lorenzo il Magnifico e nelle sue opere traspaiono gli influssi delle teorie neoplatoniche.

Influenze filosofiche nell’arte di Botticelli

L’opera fu commissionata dalla famiglia de’ Medici, e in particolare da Lorenzo di Pierfrancesco, un cugino di Lorenzo il Magnifico. Il capolavoro, oggi esposto alle Gallerie degli Uffizi a Firenze, rimase a lungo proprietà medicea.

Ne Le Vite il Vasari (1511 – 1574) testimonia la presenza dell’opera ai suoi tempi nella villa medicea di Castello all’epoca appartenente al duca Cosimo I (1519 – 1574):

“Per la città in diverse case [Botticelli] fece…femmine ignude assai, delle quali oggi ancora a Castello, villa del duca Cosimo, sono due quadri figuranti: l’uno Venere che nasce… un’altra Venere che le grazie la fioriscono, dinotando la Primavera…”

L’opera rielabora l’ideale neoplatonico della bellezza come strumento di ascesa dell’anima e di avvicinamento a Dio. Così il mondo della mitologia classica è messo al servizio della dottrina cristiana. La dea pagana Venere è l’allegoria di una umanità volta al bene, alle virtù e all’armonia e quindi aderente al messaggio del Cristo.

Il modello filosofico di Ficino, che fonde la cristianità col pensiero pagano, ha infatti avuto un notevole impatto sull’arte dell’epoca.

Un’altro esempio di questa commistione tra i due mondi lo si può incontrare nell’opera più tarda di Botticelli dedicata all’allegoria della Calunnia della quale abbiamo parlato nel nostro articolo su Re Mida.

L’uso allegorico dei personaggi della Primavera di Botticelli

In questo contesto culturale dunque i personaggi mitologici utilizzati nelle arti nascondevano spesso diversi significati allegorici.

Il significato simbolico della Primavera di Botticelli è ancora oggetto di dibattito.

Si parla talvolta di Venere come simbolo di Humanitas, delle qualità cioè più elevate e spirituali dell’uomo.

Un’altro significato allegorico potrebbe essere il flusso vitale generato dai vari personaggi della Primavera di Botticelli: il soffio di Zefiro, la freccia infuocata di Cupido e il caduceo di Mercurio.

Non manca chi rinviene simboli volti a glorificare Firenze, ad esempio:

  • la Primavera come fioritura, in latino Florentia, rievoca il nome latino della città di Firenze
  • l’iris, in basso a destra ai piedi di Clori sarebbe il giglio simbolo di Firenze
Iris, il giglio fiorentino, particolare della Primavera di Botticelli
Iris, il giglio fiorentino, particolare della Primavera di Botticelli

Le Stanze di Poliziano e i personaggi della Primavera di Botticelli

Il dipinto di Botticelli condivide la poetica di Agnolo Poliziano. Il letterato dedica il suo poemetto, le Stanze per la giostra, a Giuliano de’ Medici (1453 – 1478) e ne celebra il suo amore platonico per Simonetta Cattaneo Vespucci (1453 – 1476), la nobildonna genovese sposata con un lontano cugino del navigatore Vespucci, della quale molti uomini erano innamorati.

Nel primo libro delle Stanze Poliziano narra che Cupido fa innamorare Iulio (trasposizione di Giuliano de’ Medici, il fratello di Lorenzo il Magnifico, che sarà assassinato nella congiura dei Pazzi) della ninfa Simonetta. Dopo aver scoccato la sua freccia d’amore, Cupido torna nel giardino della madre Venere (ottava 68):

“Ma fatta Amor la sua bella vendetta,
mossesi lieto pel negro aere a volo,
e ginne al regno di sua madre in fretta,
ov’è de’ picciol suoi fratei lo stuolo:
al regno ov’ogni Grazia si diletta,
ove Biltà di fiori al crin fa brolo,
ove tutto lascivo, drieto a Flora,
Zefiro vola e la verde erba infiora.”

Cupido, dopo aver scoccato la sua freccia d’amore, si reca nel giardino di sua madre Venere dove ogni Grazia si diletta, la Bellezza fa una ghirlanda di fiori sulla testa, e Zefiro vola dietro a Flora riempiendo di fiori l’erba verde.

Le analogie tra l’immagine di Poliziano e quella del dipinto di Botticelli sono evidenti.

Non mancano peraltro le teorie che individuano nel volto botticelliano di Mercurio il ritratto di Giuliano de’ Medici e in quello della Primavera il ritratto di Simonetta Vespucci.

L’ipotesi di un aiutante segreto

La meticolosità con la quale è stato dipinto ogni più piccolo particolare dell’opera ci ricorda che a quell’epoca si stava diffondendo un’invenzione rivoluzionaria: gli occhiali. A questa invenzione, e alle opere d’arte che la rappresentano, abbiamo dedicato l’articolo Gli occhiali nell’arte, storia di una invenzione.

apostolo con occhiali, particolare di pala d'altare di Conrad von Soest

Possiamo ipotizzare che questa nuova invenzione abbia giocato un ruolo nella realizzazione della Primavera? Chissà! Pare che anche il Petrarca, un centinaio di anni prima, portasse gli occhiali, quindi perché no?

Il video sui personaggi della Primavera di Botticelli

Se vuoi goderti la storia dei personaggi della Primavera di Botticelli accompagnato dalle note della Primavera di Vivaldi ti invito a vedere il video sul canale YouTube di Libriazonzo che trovi qua sotto.

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