Il giudizio di Paride. Jacques Clement Wagrez

La mela della discordia

Il mito della mela della discordia

La storia della mela della discordia, oltre ad essere uno degli episodi più spassosi della mitologia classica, merita di essere narrata e conosciuta per meglio comprendere l’Iliade.

Infatti è proprio la vicenda della mela della discordia che causerà la guerra di Troia. Andiamo a scoprire come!

La storia della mela della discordia

Tutto ebbe inizio in un giorno di festa: sull’Olimpo si celebravano le nozze tra la ninfa Teti e l’umano Peleo dalla cui unione presto sarebbe nato il valoroso Achille, futuro eroe della guerra di Troia.

La festa delle nozze di Teti e Peleo

La pesta degli dei alle nozze di Teti e Peleo. Abraham Bloemaert
La festa degli dei alle nozze di Teti e Peleo. Abraham Bloemaert

Per l’occasione si tenne un fastoso ricevimento. Gli Olimpi, i dodici dei più importanti, sedevano su troni dorati e le altre divinità, sparse attorno al sontuoso banchetto, auguravano buona fortuna agli sposi. Ganimede versava nettare nelle coppe divine, le Muse intonavano melodiosi canti e le ninfe danzavano festanti.

Eris, dea della discordia, esclusa dalla festa

Una sola dea mancava: si trattava di Eris dea della discordia e gemella di Ares, dio della guerra.

Eris infatti si dilettava a gettare zizzania alimentando gelosie e suscitando così sempre nuove guerre. Per questo motivo ella non era stata invitata: nessuno voleva che rovinasse la festa.

La dea della discordia sceglie la mela della discordia nel giardino delle Esperidi. J. M. W. Turner
La Eris sceglie la mela della discordia nel giardino delle Esperidi. J. M. W. Turner

Quando la dea della discordia venne a sapere della festa cui non era stata invitata, per prima cosa si recò a cogliere una mela d’oro nel giardino delle Esperidi, il giardino posto agli estremi del mondo dove le ninfe Esperidi custodiscono un melo carico di frutti dorati.

Eris getta la mela della discordia ai piedi delle dee

La mela della discordia. Peter Paul Rubens
La mela della discordia. Peter Paul Rubens

Poi, simulando indifferenza, Eris si presentò al banchetto e lì malignamente lasciò cadere la mela d’oro ai piedi di Afrodite, Era ed Atena intente a conversare amabilmente.

Quella mela, la mela della discordia, recava una scritta: “Alla più bella!

L’insidioso dono scatenò immediatamente un alterco tra le tre vanitose dee che presero ad azzuffarsi pretendendo ognuna per sé la mela della discordia poiché ognuna delle tre meravigliose idee riteneva di essere la più bella.

Zeus delega il giudizio a Paride

Mercurio con la mela della discordia accompagna Era, Afordite e Atena. James Thornhill
Mercurio con la mela della discordia accompagna Era, Afordite e Atena. James Thornhill

Zeus, il re degli dei, non aveva alcuna intenzione di andar di mezzo a quella spinosa contesa. Così decise di lasciarne il giudizio ad un mortale.

Zeus affidò il compito di accompagnare le tre idee a Mercurio, il messaggero degli dèi (che abbiamo già incontrato negli articoli su Filemone e Bauci, il mito dell’ospitalità e dell’amore oltre la morte, I personaggi della Primavera di Botticelli, e Circe e Ulisse, la storia completa).

Il giudice prescelto da Zeus era Paride, un pastore intento a badare il proprio gregge sul monte Ida.

Ma Paride solo apparentemente era un semplice pastore. In realtà era un principe, figlio di Priamo re di Troia.

Quando Paride era appena nato un terribile oracolo predisse che avrebbe provocato la rovina di Troia. Così, ancora neonato, Paride fu esposto sul monte Ida.

Ma lì, anziché morire, fu raccolto da semplici pastori che lo allevarono come uno di loro.

Paride però era destinato un giorno ad essere riaccolto dal re, suo padre, e a essere pubblicamente riconosciuto come legittimo principe di Troia.

Mercurio consegna la mela della discordia a Paride

Quando Mercurio, accompagnato dalle tre splendide dee, giunse sul monte Ida, consegnò a Paride la mela della discordia portandogli il messaggio di Zeus.

“Giovane Paride” disse Mercurio “Zeus ti ordina di giudicare quale, tra queste meravigliose dee, è la più bella. Alla prescelta consegnerai il pomo d’oro.”

Il giovane dapprima cercò di scappare, poi pensò di dividere la mela della discordia in tre parti uguali. Ma Mercurio lo ammonì di osservare l’ordine del grande Zeus.

Il giudizio di Paride. Botticelli
Il giudizio di Paride. Botticelli

Il primo concorso di bellezza della storia

Così Paride iniziò a prendere gusto per quel concorso di bellezza e disse alle tre contendenti che, per giudicarle adeguatamente, avrebbe dovuto osservarle nude.

Così chiese loro gentilmente di spogliarsi.

Ad Afrodite piacque l’audace richiesta, ma la rivale Atena pretese che ella si togliesse anche la cintura che aveva il magico potere di far innamorare di lei chiunque la guardasse. Quella cintura magica era stata forgiata direttamente da Efesto, dio del fuoco e della metallurgia, nonché marito di Afrodite stessa.

La bella Afrodite non si toglieva mai quella cintura incantata, nemmeno quando si spogliava, anzi soprattutto quando si spogliava! Davanti alla richiesta di Atena quindi fu molto seccata, ma acconsentì pretendendo però dalla guerriera Atena che questa si togliesse il suo elmo poiché la faceva apparire più alta e le nascondeva la capigliatura non certo elegante.

Il giudizio di Paride. Vojtěch Hynais
Il giudizio di Paride. Vojtěch Hynais

Poi il bel Paride, sempre più audace, si rivolse nuovamente alle tre dee: “Se foste così gentili da concedermi di esaminarvi singolarmente una dopo l’altra, potrei adempiere a questo arduo compito senza essere distratto da inutili discussioni.”

Le promesse delle dee per ottenere la mela della discordia

Era promette potere e ricchezza

Giunone. Jacques Louis Dubois
Giunone (Era). Jacques Louis Dubois

Per prima si avvicinò la potente Era, moglie di Zeus, e lasciando che Paride ammirasse le sue prosperose forme cercò di corromperlo promettendogli, se egli l’avesse fatta vincere, il dominio sull’intera Asia insieme ad enormi ricchezze.

Ma Paride, fingendosi offeso, le rispose: “Potente Era, dovete avermi mal giudicato se avete pensato di potermi comprare. E ora, se non vi dispiace, devo continuare il mio compito di arbitro.”

Atena promette saggezza e invincibilità

Atena. Attribuito a Rembrandt
Atena. Attribuito a Rembrandt

Poi si avvicinò la guerriera Atena, dea della sapienza, e lasciando che Paride ammirasse la sua maestosa figura cercò di corromperlo promettendogli, se egli l’avesse fatta vincere, il dono della saggezza e dell’invincibilità.

Ma Paride, fingendosi dispiaciuto, le disse: “Ma divina Atena potete vederlo voi stessa: sono un pastore non un filosofo né tantomeno un guerriero. Non saprei cosa farmene dei vostri doni.”

Afrodite promette amore e lussuria

La Venere addormentata. Giorgione
La Venere addormentata. Giorgione

Infine si avvicinò la meravigliosa Afrodite, dea dell’amore e della bellezza, che scivolando con disinvoltura accanto a Paride gli sussurrò:

“Avvicinati Paride e osservami bene mio bel giovanotto. Ah sei così affascinante che mi chiedo perché te ne stai qui sulle colline a far da pastore e non scendi invece in città a goderti la tua gioventù. Potresti ad esempio sposare Elena di Sparta che è bella non meno di me e certo è altrettanto focosa. Sei talmente bello, o mio Paride, che se ti vedesse Elena si innamorerebbe certo di te e abbandonerebbe la sua famiglia e la sua patria pur di diventare tua. Ma tu sai di chi sto parlando vero? Avrai già sentito parlare di Elena di Sparta.”

Paride rispose: “Non ne ho mai sentito parlare!”

Così la scaltra Afrodite prese a descrivere la sublime Elena che aveva la fama di essere la donna più bella del mondo.

Paride tutto eccitato da quella descrizione e senza attendere che la divina Afrodite avesse terminato di parlare le chiese: “Oh divina Afrodite, potresti aiutarmi a conquistare Elena?”

Ed ella con voce suadente rispose: “Oh poverino, ma certo che ti aiuterei.”

Allora Paride gridò: “Oh meravigliosa Afrodite, tu sei la più bella delle dee! Giurami che mi aiuterai ad avere Elena, bella come te!”

Afrodite, lasciandosi finalmente consegnare la mela della discordia dall’ingenuo Paride, giurò solennemente che l’avrebbe aiutato a conquistare la bella Elena.

Elena di Sparta, poi Elena di Troia

Leda e il cigno. Cesare da Sesto
Leda e il cigno. Cesare da Sesto

Elena di Sparta era figlia di nobili padri. Infatti aveva proprio più di un padre: uno divino e l’altro mortale ma di stirpe reale.

Leda, madre di Elena, e il cigno divino

Infatti di sua madre, Leda regina di Sparta, Zeus si era una volta invaghito e, assunte le sembianze di un magnifico cigno, la sedusse.

Leda però quella stessa notte giacque anche col legittimo marito, il re di Sparta Tindaro.

Così Leda depose due uova dalle quali nacquero la bella Elena, Clitemnestra, Castore e Polluce.

Il matrimonio di Elena e il giuramento dei principi greci

Elena crebbe talmente bella che, quando dovette scegliere chi sposare tra i tanti principi greci che se la contendevano, si temettero guerre tra i rivali.

Così prima della scelta, per scongiurare futuri conflitti, tutti i pretendenti dovettero giurare che i non prescelti avrebbero aiutato il fortunato sposo combattendo contro chiunque avesse mai osato insidiarne le nozze.

Fu l’astuto Ulisse a consigliare al re Tindaro, padre di Elena, di far giurare i pretendenti al fine di evitare guerre fratricide tra i greci. In cambio di questo suggerimento Tindaro diede sua nipote Penelope in sposa ad Ulisse.

Elena sposò Menelao, che presto divenne re di Sparta succedendo al suocero Tindaro. Così Elena divenne regina di Sparta.

Paride rapisce Elena e la porta a Troia

Il rapimento di Elena. Guido Reni
Il rapimento di Elena. Guido Reni

Fu a causa del giuramento che quando Paride, nel frattempo riconosciuto principe di Troia, conquistò il cuore di Elena e la rapì da Sparta portandola con sé a Troia, tutti i principi greci vennero in aiuto a Menelao, il marito abbandonato, e mossero guerra a Troia.

La mela della discordia, presupposto dell’Iliade

Il giudizio di Paride o La mela della discordia. François-Xavier Fabre
Il giudizio di Paride o La mela della discordia. François-Xavier Fabre

Così dunque ebbe inizio la guerra di Troia e le due dee Atena ed Era, eternamente offese col troiano Paride per aver preferito Afrodite nel concorso di bellezza, sostennero sempre i greci nella guerra contro Troia. Al contrario la bella Afrodite fu sempre favorevole ai Troiani.

Pur essendo il presupposto della guerra di Troia, nell’Iliade troviamo però solo un breve accenno alla storia della mela della discordia (Iliade XXIV, 28-30):

“Era e Atena, dagli occhi lucenti…odiavano la sacra città di Ilio [ossia Troia] …per la follia di Paride che osò insultare le dee: quando si recarono infatti nel recinto dove sorvegliava il bestiame, egli scelse colei che gli fece dono della lussuria funesta.”

Ricordiamo che Omero (VIII sec. a.C.) nell’Iliade  narra avvenimenti accaduti nell’ultimo dei dieci anni della guerra di Troia. Quindi il mito della mela della discordia e la storia del giudizio di Paride sono presupposti del poema omerico senza essere parti integranti della narrazione.

Ovidio racconta la mela della discordia

Ovidio (43 a.C. – 17 d.C) accenna alla storia della mela della discordia come antefatto dell’amore tra Paride ed Elena nell’opera Eroidi. Romanzo epistolare ante litteram, le Eroidi è un’opera godibilissima che raccoglie 21 lettere d’amore che Ovidio immagina essere state inviate da mitiche eroine ed eroi classici ai loro innamorati e alle loro innammorate.

Ovidio dedica all’amore tra Paride ed Elena ben due lettere: la 16 (Lettera di Paride a Elena) e la 17 (Lettera di Elena a Paride).

Nella lettera con cui Elena risponde alla missiva di Paride leggiamo:

“E come [Afrodite] ti predilige, perché ha vinto ed ha ottenuto in base alla tua decisione un duplice trofeo, così io temo le altre due dee che…per il tuo giudizio non vinsero la contesa. E non ho dubbi che, se ti seguirò, si andrà alle armi; il nostro amore, ahimè, passerà attraverso le spade!”

Igino riasume la vicenda

Anche Igino (I sec. d.C.) nell’opera Miti narra la storia della mela della discordia (sezione 92). Si tratta sicuramente di un racconto meno divertente rispetto a quello che ne fa Ovidio, tuttavia Igino ha il pregevole dono della sintesi. Così chiaramente ci narra:

“Paride preferì quest’ultimo dono [ovvero Elena] e dichiarò che Venere era la più bella; per questo motivo Giunone e Minerva divennero nemiche dei Troiani.”

Colgo qui l’occasione per ricordare che Venere, Giunone e Minerva erano gli appellativi romani delle corrispondenti dee greche Afrodite, Era e Atena.

Paride rivive al cinema

La storia che abbiamo raccontato continua a essere una fonte preziosa per il moderno storytelling.

Nel super hollywoodiano Troy uscito nel 2004, molto liberamente ispirato all’Iliade, si sottolinea la discendenza di Achille (interpretato da Brad Pitt) dalla divina Teti (interpretata dall’ancora splendida Julie Christie, nota per il personaggio di Lara ne Il dottor Zivago).

Pur non accennando direttamente la vicenda della mela della discordia, il film dà ampio spazio alla storia del ratto di Elena da parte di Paride e alla travolgente passione tra i due.

Il video sulla storia della mela della discordia

Se vuoi goderti la narrazione della storia della mela della discordia gustando i capolavori della storia dell’arte che questa storia ha ispirato nei secoli, ti invito a vedere il video sul canale YouTube di Libriazonzo che trovi qua sotto. Nel video sarai gentilmente accompagnato dalle musiche di Delibes (Duo des fleurs), Debussy (Syrinx; Première Arabesque; Clair de lune), Saint-Saëns (Danse macabre), Grieg (Morgenstemning), Massenet (Méditation) ed Elgar (The Crown of India).

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