Il giro del mondo in 80 giorni di Giulio Verne

Jules Verne e il suo straordinario giro del mondo

Il giro del mondo in 80 giorni” di Jules Verne è spesso relegato tra la narrativa per ragazzi. Direi piuttosto che si tratta di un romanzo per ragazzi di tutte le età. Certamente è una lettura spassosa, talvolta esilarante, per una giovane mente. Ma, come tutti i classici, è in grado di offrire tesori inestimabili a coloro che si avventurano oltre una fugace occhiata.

Jules Verne

Jules Verne
Jules Verne (Nantes, 1828 – Amiens, 1905)

Lo scrittore francese Jules Verne, italianizzato Giulio Verne, visse fra il 1828 e il 1905.

Nato a Nantes, per volere del padre giurista andò a studiare giurisprudenza a Parigi dove iniziò a frequentare gli ambienti della bohème conoscendo viaggiatori e letterati.

Abbandonò quindi la carriera giuridica per iniziare a fare lo scrittore. Dopo un primo periodo di precarietà economica, se non addirittura di fame, conoscerà la notorietà con romanzi d’avventura come “Dalla Terra alla Luna” e “Ventimila leghe sotto i mari” in cui, grazie alla sua meticolosa documentazione tecnico-scientifica, profetizzerà i futuri progressi dell’umanità come il viaggio sulla Luna o l’invenzione del sottomarino. Viene infatti considerato il padre della moderna fantascienza.

Diventato ricco, intraprenderà svariati viaggi sul suo yacht privato.

Nel 1872 con il romanzo “Il giro del mondo in 80 giorni” il poliedrico Verne riuscirà a far convergere la sua erudizione tecnologico-scientifica con la passione per la geografia e i viaggi, nonchè con la sua straordinaria abilità narrativa.

La trama e i personaggi

Phileas Fogg - Il giro del mondo in 80 giorni - Jules Verne
Phileas Fogg – Il giro del mondo in 80 giorni

Phileas Fogg

Nella prima frase del romanzo Jules Verne racconta già Chi, Dove e Quando:

“Nell’anno 1872, la casa al numero 7 di Saville Row…era abitata da Phileas Fogg, uno dei membri più in vista del Reform Club di Londra, tipo davvero singolare, nonostante gli sforzi da lui profusi per non attirare l’attenzione.”

Siamo dunque nella Londra vittoriana e il romanzo ha come protagonista un eccentrico gentleman dell’alta società.

L’espediente narrativo da cui prende avvio il romanzo è il furto di una somma considerevole avvenuto alla Banca d’Inghilterra. Qualche giorno dopo, al Reform Club, un prestigioso club londinese tuttora esistente, alcuni gentiluomini discorrono, giocando a whist, sulla facilità, per la polizia inglese, di rintracciare il ladro in ogni dove poiché

“…la terra si è rimpicciolita, dato che ora la si percorre dieci volte più velocemente che cent’anni fa.”

La discussione fra i gentlemen prosegue fino a quando Phileas Fogg scommetterà che sarà in grado di compiere il giro del mondo in soli 80 giorni puntando metà del suo patrimonio. L’atra metà, come il lettore avrà modo di scoprire, sarà progressivamente spesa per superare i numerosi ostacoli incontrati durante il percorso.

Passepartout

Il protagonista intraprenderà il viaggio con il suo valletto: il francese Passepartout ex circense e vigile del fuoco. I due non possono essere più diversi. Phileas Fogg è imperturbabile, imperscrutabile, meticoloso, preciso e completamente privo di curiosità. Jules Verne dice di lui:

“…quel gentleman non viaggiava, descriveva una circonferenza”

Dal canto suo invece Passepartout è estremamente solare, divertentissimo, curioso, si addentra ovunque e trova sempre la soluzione creativa per risolvere qualsiasi avversità (ecco spiegato il suo soprannome). Tanto è freddo e impassibile Phileas Fogg, tanto è agitato ed esuberante Passepartout.

Il fatto di utilizzare due personaggi complementari tra loro è un eccellente stratagemma narrativo. Si tratta di una delle declinazioni del cosiddetto tema del doppio (Doppelgänger che troviamo  in altre declinazioni nell’articolo su “Eco e Narciso”, su “Amore e Psiche”e su Il dio del sonno Ipno). Ne sono esempi noti Stanlio e Ollio, le sorelle di “Regione e sentimento”, o anche Sherlock Holmes e Watson.

Detective Fix

Un altro personaggio fondamentale del romanzo è il detective Fix, l’antagonista. Pochi giorni dopo la partenza di Phileas Fogg, infatti, uno dei poliziotti messi in giro per il mondo dal governo inglese a caccia del ladro, si convincerà che è proprio Phileas Fogg il furfante che stanno cercando, il quale, con il pretesto del giro del mondo, sta cercando di scappare. Da quel momento il detective Fix starà alle calcagna del protagonista creando sempre più ostacoli al raggiungimento dell’obiettivo finale del giro del mondo in 80 giorni.
Fix è un personaggio a tutto tondo. Infatti, a mano a mano che si svolge la storia, cresce un conflitto interiore fra il suo ottuso perseguimento della legalità e la sua crescente stima per Phileas Fogg. Questo conflitto è simile a quello che Victor Hugo aveva narrato solo pochi anni prima ne “I Miserabili” fra il protagonista Jean Valjean e il poliziotto Javier. Ovviamente la soluzione del conflitto interiore del detective Fix sarà piuttosto diversa rispetto a quella del poliziotto Javier.

Mrs. Auda

Immancabile è poi il personaggio femminile che ingentilirà il racconto e creerà il pretesto per una storia d’amore. Si tratta della meravigliosa Mrs. Auda, una donna che i nostri protagonisti salveranno dalla morte durante il loro viaggio in India. È una donna indiana, ma guarda caso, dalla carnagione chiara e dall’educazione strettamente inglese.
Non dobbiamo dimenticare, infatti, che siamo in pieno periodo coloniale quindi tutto il romanzo è permeato da questo tipo di visione del mondo.

Ogni tappa sarà costellata da equivoci, fraintendimenti, peripezie e avventure: burrasche oceaniche, arresti, assalti al treno, duelli, mandrie di bisonti, fumi dell’oppio e tanto altro.

Riusciranno in nostri eroi a superare tutte le contrarietà che rischiano di compromettere il successo del viagggio?

La suspance è tenuta alta dal conto alla rivescia. La storia de “Il giro del mondo in 80 giorni” è infatti scandita dalle date delle varie tappe del viaggio.
Proprio in quelle date, nel 1872, l’opera usciva a puntate come  romanzo d’appendice (cd. feuilleton) nella rivista francese Le Temps. Tant’è che i lettori di quell’epoca erano appassionatissimi poichè convinti che si trattasse di un’avventura reale.

Una mappa mondiale del 1872

Il giro del mondo di Jules Verne
tappe de “Il giro del mondo in 80 giorni”

Con il pretesto della scommessa Jules Verne ci porta a intraprendere un viaggio planetario in cui traccia la mappa politico – culturale del mondo nel 1872.

Tra ferrovie, piroscafi, slitte a vela ed elefanti, i nostri protagonisti affronteranno le diverse tappe del loro viaggio e precisamente:

  1. Londra
  2. Brindisi
  3. Canale di Suez
  4. Aden
  5. Bombay
  6. Calcutta
  7. Singapore
  8. Hong Kong
  9. Yokohama
  10. San Francisco
  11. New York
  12. Dublino
  13. Londra

Impero Vittoriano

La prime tappe del viaggio danno una idea dell’enorme Impero Britannico in epoca vittoriana:

È come se il mondo fosse circondato da una striscia di città inglesi.”

Infatti Phileas Fogg dopo aver attraversato in piroscafo il canale di Suez si fermerà ad Aden, la prima città colonizzata sotto il regno della Regina Vittoria. Appena arrivato poi in India leggiamo:

“…fino all’anno in cui ebbe luogo la grande insurrezione dei sepoy, la celebre Compagnia delle Indie fece il bello e il cattivo tempo…ma ora…i possedimenti inglesi in India dipendono direttamente dalla Corona.”

In Cina il romanziere ci porta ad Hong Kong, divenuta colonia britannica in seguito alle Guerre dell’oppio. Qui leggiamo:

“…la mercantile Inghilterra vende annualmente questa funesta droga chiamata oppio…Il governo cinese ha tentato di rimediare a un tale abuso con leggi severe, ma invano.”

I neonati Stati Uniti

Seguendo i nostri personaggi negli Stati Uniti conosciamo alcuni aspetti del neonato paese quali le comunità di Mormoni, la linea ferroviaria transcontinantale e le Guerre Indiane inasprite dalla costruzione della ferrovia che passava sui territori dei Lakota Sioux portandovi migliaia di coloni. Il treno dei nostri protagonisti subirà infatti un assalto dai Sioux nelle Grandi Pianure americane.

"Progresso Americano" di John Gast
“Progresso Americano” di John Gast (1872 circa)

Proprio nello stesso anno in cui esce “Il giro del mondo in 80 giorni” il pittore di John Gast dipinge il suo “Progresso Americano”. Mostra la dea Columbia, allegoria degli Stati Uniti, che aiuta i coloni alla conquista del West mentre stendono i cavi del telegrafo sul percorso della ferrovia. La dea porta la luce nel mondo dei nativi che fuggono insieme ai bufali. Come spesso accade nella storia dell’umanità, l’avidità e la brama di potere, si celano dietro la maschera della missione civilizzatrice. In questo caso prende il nome di “destino manifesto” che attribuisce agli Stati Uniti la missione di espandersi.

L’800 il secolo delle invenzioni

Prima Ferrovia Transcontinentale
completamento della Prima Ferrovia Transcontinentale 1869

Nel suo straordinario viaggio, Jules Verne, da amante del progresso, porta il lettore a conoscere le meraviglie tecnologiche dell’epoca.

L’800 è infatti noto come il secolo delle invenzioni tra cui spiccano la ferrovia a vapore, i piroscafi e il telegrafo elettrico. Ma anche la biciletta, la cui invenzione abbiamo raccontato nell’articolo Storia della bicicletta. Le innovazioni tecnologiche dell’epoca consentirono inoltre l’apertura del Canale di Suez, strategico snodo commerciale tra Oriente e Occidente.

Viaggi veloci

Il mondo si è davvero “rimpicciolito” in quegli anni grazie alle innovazioni teconologiche e a ciò che hanno consentito:

  • grazie al Canale di Suez   si riesce a raggiungere l’India dall’Inghilterra in sole 3 settimane contro i 6 mesi necessari pochi anni prima;
  • la traversata dell’oceano Atlantico si riduce da 3 mesi a meno di 2 settimane grazie al recente sviluppato del piroscafo a vapore con scafo metallico ed eliche;
  • per attraversare gli Stati Uniti dal Pacifico alla costa atlantica è ormai sufficiente una sola settimana rispetto agli oltre 6 mesi precedenti. Solo tre anni prima della pubblicazione del romanzo di Verne, infatti, era stata completata la First Transcontinental Railroad.

Jules Verne scrive:

“Un tempo occorrevano, in circostanze favorevoli, sei mesi per andare da New York a San Francisco. Ora sette giorni.”

Comunicazioni fulminee

All’inizio del XIX secolo inoltre, grazie ai recenti studi sull’elettricità, si sviluppa il telegrafo di Morse e Vail. Negli anni successivi si piazzeranno i  cavi del telegrafo, via mare attraverso i piroscafi a vapore, e  via terra attraverso le linee ferroviarie.

Il telegrafo annuncia l’alba di una nuova era delle comunicazioni. Fino a quel momento, infatti, le informazioni viaggiavano alla stessa velocità degli oggetti poichè circolavano attraverso la carta sulla quale erano scritte. Con l’invenzione del telegrafo, invece, le informazioni viaggiano attraverso l’elettricità a una velocità filminea.

All’epoca della pubblicazione del romanzo il mondo era già connesso da una fitta rete di collegamenti telegrafici.

Il detective Fix, mentre è all’inseguimento di Phileas fogg, comunica con le autorità inglesi tramite il telegrafo anche in estremo oriente:

“…niente di più facile dal momento che… Singapore era collegata alla costa cinese da un filo telegrafico”

Qualche curiosità

Nascita delle guide turistiche

Michael Portillo con la Guida Bradshaw's la stessa guida di Phileas Fogg ne Il giro del mondo in 80 giorni di Jjules Verne
Michael Portillo con la Guida Bradshaw’s

Al momento della partenza Phileas Fogg prende una guida che utilizzerà per organizzare i suoi spostamenti:

“Mr Fogg era pronto. Portava sotto il braccio la Bradshaw’s Continental Railway Steam Transit and General Guide, che avrebbe dovuto fornirgli tutte le indicazioni necessarie al viaggio.”

Tutti, o quasi, i riferimenti utilizzati da Jules Verne, come a esempio il nomi degli hotel in cui soggiornavano i personaggi del giro del mondo e i nomi delle compagnie ferroviarie e marittime, erano effettivamente esistenti. Anche in questo caso la guida citata è reale. Le guide Bradshaw furono infatti tra le prime guide turistiche di massa e si iniziarono a pubblicare a metà ‘800 grazie alla diffusione delle ferrovie che resero i viaggi accessibili a tutti.

Si tratta di una delle primissime edizioni della stessa guida recentemente utilizzata dal giornalista e politico inglese, Michael Portillo, nei suoi programmi televisivi in cui gira il mondo in treno confrontando l’attualità con ciò che era descritto nella Bradshaw. Per intenderci è quel simpaticissimo personaggio vestito con colori sgargianti.

Nellie Bly emula Phileas Fogg

Nellie Bly
Elizabeth Jane Cochran (1864 – 1922) pseudonimo Nellie Bly

Una ventina di anni dopo l’uscita de “Il giro del mondo in 80 giorni”, la giornalista americana Nellie Bly ripercorre le orme di Phileas Fogg.

Durante il suo giro del globo trova il tempo per incontrare Jules Verne e confrontare insieme a lui la mappa del proprio viaggio con le tappe di Phileas Fogg.

Supportata dall’organizzazione della proria testata giornalistica, il New York World di Pulitzer,  sarà in grado di portare a termine il giro del mondo in soli 72 giorni.

In realtà si trattava di una trovata di Pulitzer per incrementare le vendite del giornale. I lettori si erano appassionati all’impresa leggendo i vari articoli e al suo ritorno in patria Nellie Bly venne accolta come una regina. L’intento commerciale emerge chiaramente dai suoi reportage riuniti poi nel libro “Il giro del mondo in 72 giorni“. Questo infatti mira più al sensazionalismo che a raccontare genuinamente le esperienze di viaggio. Ciò si nota chiaramente quando narra di sacrifici umani consumati in Giappone all’interno di una statua del Buddha (cosa alquanto improbabile) o del crollo del ponte ferroviario un attimo dopo il passaggio del suo treno attraverso la linea transcontinentale statunitense (guarda caso proprio come accadde nel romanzo di Jules Verne)!

La trovata commerciale riscosse un grande successo negli Stati Uniti, fece esplodere le vendite del giornale, si creò un quiz a premi per i lettori che avessero indovinato l’ora di arrivo e si commercializzò persino un popolare gioco da tavolo!

La mongolfiera immaginaria

mongolfiera

Sulla maggior parte delle copertine delle varie edizioni de “Il giro del mondo in 80 giorni” compare una mongolfiera. Ebbene si tratta di una assurdità. Infatti Phileas Fogg non salirà mai in mongolfiera e l’unica volta in cui Jules Verne ne parla nel romanzo è con questa frase:

“Era necessario attraversare l’Atlantico in nave, a meno di non attraversarlo in pallone aerostatico, cosa molto avventurosa, anzi irrealizzabile.”

Molto di più

Se desiderate saperne di più vi invito a godervi il video qua sotto con altri gustosi approfondimenti. Vi porterò a Milano al Museo Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci a vedere le innovazioni tecnologiche dell’800. Vi racconterò in pillole la storia del Canale di Suez e del colonialismo in India. Vedremo le Guerre dell’Oppio e le Guerre Indiane nel selvaggio West americano.

Buon viaggio

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