Notte di Bertel Thorvaldsen

Il dio del sonno Ipno

Alla scoperta del vero dio del sonno

Comunemente si pensa che Morfeo sia il dio del sonno. In realtà la vera divinità del sonno si chiama Ipno (o Hypnos, anche detto Sonno), mentre Morfeo è uno dei sui figli.

Scopriamo un po’ di più su queste pigre divinità.

La famiglia d’origine del dio del sonno

Sonno e suo fratello gemello Morte di John William Waterhouse
Sonno e suo fratello gemello Morte di John William Waterhouse

Certo la famiglia d’origine non deve essere uno stigma per nessuno, tuttavia è indubbio che eserciti una certa influenza sulla personalità di tutti gli individui, compresi gli dei.

Ipno ha un fratello gemello: Tanato (o Thanatos, anche detto Morte), il dio della morte. Si tratta di uno dei tanti casi di divine coppie gemelle (si pensi alla coppia Apollo e Artemide o anche ad Ares, dio della guerra, gemello di Eris, dea della discordia).

Il legame dei gemelli è una delle tante declinazioni del tema del doppio (il cd Doppelgänger che abbiamo visto negli articoli su Jules Verne e il suo straordinario giro del mondo, sul mito di Eco e Narciso e su Amore e Psiche) ed esercita il fascino ambiguo della diversità e della somiglianza, del conflitto e dell’alleanza.

I genitori del dio del sonno erano Erebo, personificazione dell’oscurità del mondo degli inferi, e sua sorella Notte, personificazione dell’oscurità terrestre. Questa coppia di genitori, oltre ai gemelli Ipno e Tanato, avevano generato anche le Moire (le tre tessitrici del destino che abbiamo descritto nell’articolo sul mito di Atalanta) nonché Emera, personificazione del giorno, ed Etere, personificazione della luminosità del giorno.

Come sappiamo i miti hanno varie e differenti versioni a seconda della fonte. Secondo Esiodo (Teogonia vv. 211 – 220) Notte generò i propri figli da sola:

“…non giacendo con alcuno li generò la dea Notte oscura”

Esiodo  (Teogonia vv. 759 – 766) descrive anche i gemelli Sonno (Ipno) e Morte (Tanato):

“…i figli della Notte, Sonno e Morte…l’uno…dal cuore dolce come il miele, l’altra dal cuore di ferro…”

Anche Omero (Iliade canto XVI) parla di Ipno e Tanato. I due gemelli riporteranno in patria la salma dell’eroe Sarpedonte:

“…affidalo ai messaggeri veloci, Hypnos e Thanatos, i due gemelli, che velocemente lo porteranno nella vasta e fertile terra di Licia…”

Notte e Sonno di Evelyn de Morgan
Notte e Sonno di Evelyn de Morgan

La dimora del dio del sonno

Ovidio nelle sue Metamorfosi (libro XI vv. 586 ss) descrive la dimora del Sonno in un episodio dedicato al mito di Alcione e Ceice.

Alcione di Herbert James Draper
Alcione di Herbert James Draper

Lo sposo di Alcione, Ceice, è morto in mare. Ma Alcione, ignara della morte del marito, si reca al tempio di Giunone pregando per il suo ritorno. La dea Giunone, mossa a compassione, chiama la sua fidata messaggera Iride, l’arcobaleno. La dea invia Iride alla dimora di Ipno per chiedergli di mandare in sogno ad Alcione il marito morto per informarla della verità.

“Iride indossò i suoi veli di  mille colori, e disegnando in cielo un grande arco si diresse alla casa di quel re a cui l’avevano inviata, una casa tutta nascosta da nubi.”

Un tranquillo luogo segreto

Il regno di Ipno di Giulio Carpioni
Il regno di Ipno di Giulio Carpioni

Agli estremi confini dell’oceano, in un antro nascosto, profondamente scavato in un monte, vi è la dimora segreta di Ipno, il dio del sonno.

Qui Apollo, dio del Sole, non entra mai. Vi è solo una lieve luce di crepuscolo a rischiarare il luogo magico dove risiede Ipno.
Lì non si trova il gallo col suo canto d’aurora. In quel luogo domina una quiete assoluta allietata solamente dal sussurro di Lete, il fiume dell’oblio,

“le cui acque scorrono mormorando con un acciottolio di sassolini che invita al sonno.”

Davanti all’ingresso della grotta fiorisce un mare di papaveri  dalla cui linfa l’umida Notte attinge il sopore per spargerlo nell’oscurità.

In tutta la casa del dio del sonno non v’è una porta, affinché i cardini girando non stridano. Nessuno sta di guardia sulla soglia.

Una camera piena di sogni

Al centro della grotta si trova un letto imbottito di piume e coperto di un drappo leggero, sul quale, languidamente abbandonato, dorme il dio Ipno. E intorno al Sonno inerte giacciono qua e là, negli aspetti più diversi, i Sogni inconsistenti, tanti quante sono le spighe nei campi, le fronde nei boschi, o i granelli di sabbia sui lidi.

I sogni inviati dagli dei

Morfeo e Iris di Pierre-Narcisse Guérin
Morfeo e Iris di Pierre-Narcisse Guérin

Talvolta la dea Giunone manda la sua fedelissima messaggera Iride, l’arcobaleno, nella dimora del Sonno a ordinare sogni particolari da inviare a qualche mortale.

Così Iride si reca nella grotta nascosta e, scostando con le mani i sogni per poter passare, entra nella sacra dimora illuminandola col fulgore della sua veste d’arcobaleno.

Il dio tenta di sollevare le palpebre pesantemente abbassate, ma più volte il capo gli cade sfiorando il petto con l’oscillare del mento. Quando infine riesce a scrollarsi se stesso di dosso, saluta Iride ascoltando le sue richieste. Ella parla così:

“Oh Ipno, dio del sonno, il più placido tra gli dei, pace del cuore, che disperdi gli affanni e ristori i corpi stanchi dal lavoro, Giunone chiede di inviare un Sogno.”

E poi Iride, spiegata la forma che il sogno ordinato deve assumere nonché il mortale cui inviarlo, se ne va in fretta, perché può resistere poco a lungo al potere soporifero del luogo: appena sente la sonnolenza invaderle le membra, fugge via risalendo l’arco dal quale era venuta.

I figli di Ipno

Allora il Sonno dalla marea dei suoi mille figli desta Morfeo, abilissimo nell’imitare qualsiasi persona.
Se però il sogno deve imitare un animale allora Ipno chiama un altro figlio: Fobetore.
Oppure, se il sogno dove imitare una cosa inanimata, Ipno chiama Fàntaso.

Sogno di Costantino Piero della Francesca
Sogno di Costantino di Piero della Francesca

Tra i sogni, figli di Ipno, alcuni appaiono di notte a re e condottieri, altri si aggirano tra la gente comune.

Subito dopo aver scelto tra i suoi figli il sogno adatto ad assolvere il compito, Ipno si scioglie nuovamente in molle languore, lascia cadere il capo sul cuscino e si rincantuccia sotto le coperte.

Endimione, il grande amore del dio del sonno.

Si narra che Ipno ebbe un grande amore: era Endimione, un giovane di grande bellezza.

Appena Ipno vide il giovane ne fu affascinato e volle guardarlo negli occhi.

Fu così che il dio del sonno fece a Endimione il dono di dormire ad occhi aperti per poterne contemplare in eterno lo sguardo.

Sonno di Endimione di Girodet
Sonno di Endimione di Girodet

Il video dedicato al dio del sonno

Se vuoi goderti la storia del dio del sonno Ipno avvolto dalla musica di Jules Massenet (Méditation) e gustando opere d’arte che questa storia ha ispirato nei secoli, ti invito a vedere il video sul canale YouTube di Libriazonzo che trovi qua sotto.

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