Madonna del canonico Van der Paele, Dettaglio, Jan van Eyck. Gli occhiali nell'arte

Gli occhiali nell’arte, storia di una invenzione

Scopriamo gli occhiali nell’arte

In questo articolo seguiremo la storia degli occhiali nell’arte. Osserveremo i quadri come vere e proprie finestre che si affacciano sulla storia.

Gli esordi medievali degli occhiali nell’arte

Affresco di Tommaso da Modena, prima testimonianza degli occhiali nell'arte
Affresco di Tommaso da Modena, prima testimonianza degli occhiali nell’arte

Gli occhiali sono una delle tante invenzioni d’epoca medievale. La loro invenzione migliorò considerevolmente la vita di gran parte dell’umanità.

La prima opera d’arte che testimonia l’uso degli occhiali è un affresco che rappresenta un monaco amanuense che porta gli occhiali.

Tommaso da Modena (1326–1379) realizzò l’affresco al Convento di San Nicolò a Treviso, in Veneto, attorno alla metà del 1300.

Pare infatti che i primi rudimentali occhiali furono realizzati nel 1290 proprio in Veneto e in particolare a Venezia anche se un’altra regione italiana, la Toscana, ne contende la paternità.

Ad ogni modo l’invenzione degli occhiali, pur essendo gelosamente custodita dai maestri vetrai italiani, si diffuse in breve tempo anche oltralpe.

Gli occhiali dall’Italia al Nord Europa

Pala della Passione, Konrad von Soest
Pala della Passione, Konrad von Soest

Possiamo infatti vedere una rappresentazione degli occhiali a Bad Wildungen, in Germania, nel trittico della “Passione” che Konrad von Soest (1370–1422) dipinge nel 1403. Nell’immagine in basso a destra si trova un occhialuto Apostolo Pietro intento a leggere le Sacre Scritture.

Prima testimonianza degli occhiali nell'arte del Nord Europa. Dettaglio della Pala della Passione, Konrad von Soest
Prima testimonianza degli occhiali nell’arte del Nord Europa. Dettaglio della Pala della Passione, Konrad von Soest

I primi occhiali servivano infatti per vedere da vicino.

La montatura era di legno ed era simile a due monocoli fissati da una sorta di chiodo.

Per mantenerli fermi sul naso spesso si dovevano tenere con le mani.

Successivamente la montatura divenne di piombo e la struttura col chiodo venne sostituita da un piccolo archetto.

Gli occhiali nell’arte del Rinascimento fiammingo

Nel corso del XV secolo l’arte di fabbricare le lenti conobbe una notevole fioritura nelle Fiandre.

La rappresentazione degli occhiali, infatti, è un elemento ricorrente nei capolavori del Rinascimento Fiammingo.

Gli occhiali nell’arte di Jan van Eyck

Esempio degli occhiali nell'arte del Rinascimento fiammingo. Madonna del canonico Van der Paele, Jan van Eyck
Esempio degli occhiali nell’arte del Rinascimento fiammingo. Madonna del canonico Van der Paele, Jan van Eyck

Troviamo un celeberrimo esempio degli occhiali nell’arte fiamminga nella “Madonna del canonico van der Paele” dipinta da Jan van Eyck (c. 1390–1441) nel 1436.

In questo quadro devozionale il committente Joris Van der Paele viene rappresentato mentre tiene in mano gli occhiali che gli erano necessari per leggere le sue preghiere. Maestro del realismo dell’arte fiamminga van Eyck mostra il testo del libretto di preghiere leggermente distorto per effetto degli occhiali.

Gli occhiali nell’arte di Hieronymus Bosch

Trittico del Giudizio di Vienna, Hieronymus Bosch
Trittico del Giudizio di Vienna, Hieronymus Bosch

Un altro esponente del Rinascimento Fiammingo, l’eccentrico Hieronymus Bosch (c. 1450–1516), fece invece indossare gli occhiali alle sue bizzarre, per non dire inquietanti, creature fantastiche in parte umane e in parte animali e meccaniche.

Dettaglio del Trittico del Giudizio di Vienna, Hieronymus Bosch by Richard Mortel
Dettaglio del Trittico del Giudizio di Vienna, Hieronymus Bosch by Richard Mortel

Ne possiamo vedere un esempio nel Trittico del Giudizio di Vienna che rappresenta, in basso a destra, un diavoletto intento a leggere il giudizio eterno a qualche sventurato.

Occhiali nell’arte sacra e profana

Morte della Vergine, Hans Holbein il vecchio
Morte della Vergine, Hans Holbein il vecchio

Nel fervore religioso che contraddistingue quell’epoca gli occhiali furono rappresentati anzitutto come strumento per leggere le Sacre Scritture e avvicinarsi a Dio.

Ma quella era altresì una società economicamente molto prospera.

Gli esattori, Quinten Metsys
Gli esattori, Quinten Metsys

Così un altro pittore fiammingo, Quentin Massys  (c. 1456–1530), mostra gli occhiali non solo come strumento per vedere Dio, ma anche per contare il denaro. Lo vediamo nel suo quadro intitolato “Gli esattori”.

Caravaggio e gli occhiali di San Matteo

Un altro esattore fu rappresentato con gli occhiali mentre era intento a contare il denaro, ma questa volta in Italia.

Vocazione di San Matteo, Caravaggio
Vocazione di San Matteo, Caravaggio

Tra il 1599 il 1600 Caravaggio (1571–1610) realizza a Roma la “Vocazione di San Matteo” rappresentando la scena in cui Gesù chiama Matteo mentre questi stava seduto dietro il banco dove si pagavano le tasse proprio come racconta il Vangelo (Matteo 9.9):

…Gesù vide seduto al banco delle imposte un uomo chiamato Matteo. Gli disse: “Seguimi!”. E quello, alzatosi, si mise a seguirlo.

La figura che indossa gli occhiali in fondo a sinistra è proprio il contabile.

Vocazione di San Matteo, Ludovico Carracci
Vocazione di San Matteo, Ludovico Carracci

Analogamente, pochi anni dopo, il pittore bolognese Ludovico Carracci (1555–1619), dopo aver visto l’opera di Caravaggio nel suo breve soggiorno a Roma, inserirà la figura di un uomo occhialuto nella sua “Vocazione di San Matteo”.

La pittrice Fede Galizia cattura il riflesso sugli occhiali

Ritratto di Paolo Morigia, Fede Galizia
Ritratto di Paolo Morigia, Fede Galizia

Sempre in Italia in quel periodo una eccellente pittrice, Fede Galizia (1578–1630), nel suo “Ritratto di Paolo Morigia” dipinge con incredibile realismo un paio di occhiali le cui lenti riflettono una finestra.

Gli occhiali nell’età moderna, evoluzioni dell’invenzione

Nel frattempo gli ottici riuscirono a mettere a punto non solo le lenti per migliorare la vista da vicino, bensì anche quelle per aiutare a vedere da lontano. Attorno al ‘500 gli occhiali, sia per la presbiopia che per la miopia, erano ormai largamente diffusi in tutta Europa.

Tuttavia, per il loro costo elevato, erano accessibili solamente alle persone facoltose.

Gli occhiali nell’arte spagnola

Così, particolarmente in Spagna, gli occhiali venivano ostentati nei ritratti come segno di distinzione e di potere.

Ritratto di Fernando Niño de Guevara, El Greco
Ritratto di Fernando Niño de Guevara, El Greco

Celebre è il ritratto del 1600 di “Fernando Niño de Guevara” in cui El Greco (1541–1614) immortalò il capo supremo dell’Inquisizione spagnola con indosso un paio di occhiali.

In questo dipinto possiamo notare come gli occhiali fossero dotati di un laccio per risolvere il problema dell’aderenza al volto.

Ma per risolvere definitivamente questo problema ci volle un’ulteriore invenzione: le stanghette.

Le moderne montature compaiono nei dipinti

Le stanghette furono inventate solo attorno alla metà del ‘700 in Inghilterra.

Autoritratto, Francesco Hayez
Autoritratto, Francesco Hayez

Le montature con le stanghette, erano ormai comuni nell’800 come possiamo vedere nell’autoritratto del pittore italiano Francesco Hayez (1791–1882).

Grazie all’innovazione delle stanghette gli occhiali divennero davvero simili a quelli attuali.

Il video sulla storia degli occhiali nell’arte

Se vuoi goderti la narrazione della storia degli occhiali nell’arte gustando tanti altri capolavori, ti invito a vedere il video sul canale YouTube di Libriazonzo che trovi qua sotto. Nel video sarai accompagnato dalla musica di Beethoven (32 Variations on an Original Theme in C minor WoO 80). Buona visione

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