Storia di Filemone e Bauci. Bramantino

Filemone e Bauci, il mito dell’ospitalità e dell’amore oltre la morte

Ovidio narra il mito di Filemone e Bauci

Ovidio narra il mito di Filemone e Bauci nelle sue Metamorfosi (VIII 620 – 724). É una storia di straordinaria dolcezza che celebra l’amore oltre la morte e la genuina ospitalità. Un racconto toccante e poetico che accarezza l’anima. In questo articolo gusteremo la narrazione del mito di Filemone e Bauci e poi scopriremo altre storie antiche sul tema dell’ospitalità.

La storia di Filemone e Bauci

Zeus e Mercurio si fingono semplici pellegrini

Giove e Mercurio. Jan Gerritsz van Bronckhorst
Giove e Mercurio. Jan Gerritsz van Bronckhorst

Un giorno Zeus, re di tutti gli dei, e suo figlio Mercurio, il messaggero degli dei (che abbiamo già visto negli articoli su Circe e Ulisse, la storia completa e su I personaggi della Primavera di Botticelli), si recarono sulle colline della Frigia travestiti da semplici viandanti.
In cerca di un luogo per riposare bussarono a mille case, ma mille case sprangarono la porta.

La semplicità di Filemone e Bauci

Mercurio e Giove a casa di Filemone e Bauci. Jacob van Oost
Mercurio e Giove a casa di Filemone e Bauci. Jacob van Oost

Infine gli dei trovarono accoglienza in una minuscola umile dimora. Vi abitavano una buona vecchietta di nome Bauci e il suo anziano marito Filemone. I due vi erano giunti quando erano giovani sposi e in quella casetta erano invecchiati insieme, senza mai nascondere di essere poveri e sopportando con animo lieve i disagi del loro umile stato.
Quando dunque gli dei arrivarono alla piccola dimora il vecchio li invitò a entrare ed essi dovettero chinare il capo per passare sotto la bassa porta.

Una genuina ospitalità

Filemone offrì loro per riposare una piccola panca sulla quale Bauci stese con premura un semplice panno.
Smosse poi sul focolare la cenere tiepida e col debole fiato da vecchietta ravvivò il fuoco del giorno prima. Vi aggiunse dei rametti secchi e vi pose un piccolo paiolo.
Da un ripostiglio trasse scaglie di legno e rametti secchi, li spezzettò e li pose sotto un piccolo paiolo. Pulì le verdure raccolte dal marito nell’orto ben curato, mentre lui con un forcone staccava la spalla affumicata di un maiale appesa a una trave annerita: l’aveva conservata a lungo, ma ora ne staccò una piccola parte e la pose a lessare nell’acqua bollente.

Il semplice intrattenimento degli ospiti

Mentre la carne cuoceva i vecchietti chiacchieravano con i due ospiti per far passar loro lietamente il tempo.

Nell’umile casetta vi era una genuina cordialità e il vivo desiderio di far piacere.

Filemone e Bauci offrono ai viandanti la possibilità di lavarsi

Mercurio e Giove nella casa di Filemone e Bauci. Philip Gyselaer
Mercurio e Giove nella casa di Filemone e Bauci. Philip Gyselaer

Vi era un catino di faggio appeso a un gancio e i due lo riempirono d’acqua tiepida affinché gli ospiti vi immergessero i piedi per ristorarli.

Un ambiente accogliente

Al centro della stanza si trovava un giaciglio d’erbe morbide. I vecchierelli lo sprimacciarono e lo coprirono con una coperta che usavano solo nei giorni di festa, ma anche questa coltre era vecchia e logora.
La vecchietta pulì la tavola con foglie di menta fresca, la apparecchiò con modeste coppe di terracotta e bicchieri di faggio i cui fori erano stati chiusi spalmandovi della cera.

L’umile banchetto offerto con amore

Giove e Mercurio da Filemone e Bauci. Andrea Appiani
Giove e Mercurio da Filemone e Bauci. Andrea Appiani

Poi Bauci mise in tavola olive verdi e nere, corniole autunnali aromatizzate con salsa di vino, indivia, radicchio, una forma di latte cagliato e uova appena scottate nel tepore della cenere.
Dopo non molto arrivarono dal focolare le vivande calde e venne servito il vino. Poi venne servita la frutta: noci, fichi secchi e datteri grinzosi, prugne, mele profumate servite in ampi canestri, uva porporina appena colta e al centro un favo di miele.

Filemone e Bauci al cospetto degli dei

Ma ecco che Filomene e Bauci si accorsero che il boccale più volte svuotato si riempiva di vino da solo. Così, turbati dal prodigio, iniziarono a comprendere di trovarsi al cospetto degli dei e alzando le mani al cielo si scusarono per la frugalità con cui avevano accolto i divini ospiti.

C’era un’unica oca a guardia di quella semplice casetta e Filemone e Bauci tentarono di afferrarla per sacrificarla ai due, ma l’oca starnazzando fuggiva ai due vecchierelli lenti per l’età e si rifugiò tra le gambe degli dei. Questi gli impedirono di ucciderla e dissero loro: “Ebbene sì, siamo dei, e voi siete stati gli unici ad accoglierci e a prendersi cura di noi, mentre i vostri vicini egoisti ci hanno scacciato meritando la nostra punizione. Voi invece nulla dovete temere. Venite con noi sulla cima di quel monte.”

La giustizia divina

Paesaggio con Filemone e Bauci. Rubens
Paesaggio con Filemone e Bauci. Rubens

Filemone e Bauci seguirono gli dei, piano piano appoggiandosi al bastone per alleviare la fatica dei corpi indeboliti dagli anni.

Il diluvio

Quando furono ormai vicino alla vetta si girarono indietro e videro che tutto era sommerso dalle acque tranne la loro dimora. Piansero allora per la sorte dei loro vicini. Poi improvvisamente videro la loro minuscola casetta trasformarsi in un tempio: i pali diventarono colonne, il tetto di paglia si convertì in oro, e il suolo divenne marmo.

Il desiderio di Filemone e Bauci

E allora benevolmente Zeus disse loro: “O buon vecchio e tu, sua degna consorte, esprimete un desiderio.”
I due si consultarono e Filemone espose agli dei ciò che avevano deciso in comune:
“Chiediamo d’essere sacerdoti e custodi del vostro tempio e che la morte ci porti via nello stesso istante, poiché insieme e in dolce armonia abbiamo trascorso tutti i nostri anni. Ch’io non debba mai vedere la tomba di mia moglie né lei la mia”.

Gli dei esaudirono il desiderio: Filemone e Bauci custodirono il tempio per molto tempo.

La metamorfosi di Filemone e Bauci

Filemone e Bauci. Janus Genelli
Filemone e Bauci. Janus Genelli

Poi un giorno mentre, consumati dagli anni, stavano davanti tempio, Filemone vide Bauci coprirsi di fronde e Bauci vide lo stesso accadere all’amato marito.
Filemone si stava trasformando in una quercia, l’albero sacro a Zeus, simbolo di forza e vigore, e Bauci in un tiglio, simbolo di accoglienza e amore.
Mentre le cime dei due alberi stavano ormai per avvolgere i loro volti, si guardarono con amore e infinita dolcezza. Un istante prima che la corteccia suggellasse le loro bocche, insieme si dissero: “Addio.”

Ancora oggi i tronchi dei due alberi, avvolti in un sereno abbraccio, accolgono all’ombra delle loro fronde i pellegrini che si recano al tempio.

L’importanza dell’ospitalità nelle storie antiche

Il mito di Filemone e Bauci, oltre all’amore semplice che sopravvive anche dopo la morte, celebra altresì la genuina ospitalità.

Si tratta della cura dell’ospite, chiunque esso sia, che trova spazio nelle antiche narrazioni.

L’ospitalità nell’Odissea

Il concetto di ospitalità (xenia ξενία), rivestiva un’ estrema importanza nella cultura della Grecia antica: lo straniero è sempre ospite.

Così l’Odissea, scritta presumibilmente attorno al IX secolo a.C., celebra l’ospitalità in numerosi episodi.

Telemaco alla corte di Nestore

Si pensi all’episodio in cui Telemaco, alla ricerca del padre Ulisse, si reca presso la reggia di Nestore. Il giovane viene immediatamente accolto e ristorato, e solo successivamente gli viene chiesta l’identità. (Canto III)

…quando videro gli stranieri, tutti accorsero in folla, li salutarono e li invitarono a prendere posto…

E poi il racconto continua:

Ora che gli ospiti si sono saziati possiamo chiedere loro chi sono.

Ulisse e Nausicaa

Ulisse e Nausicaa. Michele Desubleo
Ulisse e Nausicaa. Michele Desubleo

Un altro episodio omerico che illustra l’importanza dell’ospitalità è quello in cui Ulisse, naufrago sulla terra dei Feaci, viene accolto da Nausicaa, figlia del re Alcinoo (canto VI). Quando la giovane si trova davanti a Ulisse ella lo accoglie senza sapere chi sia. Tuttavia le ancelle di Nausicaa, spaventate, si ritraggono. Così la principessa le  ammonisce con queste parole:

..stranieri e mendicanti vengono tutti da Dio. Ciò che ricevono, anche se è poco, è gradito. Allo straniero offrite, ancelle, da mangiare e da bere, fatelo lavare nelle acque del fiume, al riparo dal vento.

L’ospitalità nel Vangelo

Cena in Emmaus. Caravaggio
Cena in Emmaus. Caravaggio

Nel Vangelo secondo Matteo (25:34 – 45) ritroviamo un racconto molto simile a quello di Filemone e Bauci in quanto narra il castigo della divinità verso coloro che negarono ospitalità ai semplici viandanti e il premio divino per coloro che umilmente offrirono ospitalità agli sconosciuti.

Il Vangelo dice che nel momento del giudizio universale Dio premia chi ha offerto ospitalità:

Venite, benedetti …Poiché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere, ero pellegrino e mi ospitaste…tutto quello che avete fatto a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l’avete fatto a me.

Il Vangelo prosegue poi con la punizione di coloro che hanno negato ospitalità:

Andate via, o maledetti…poiché ero pellegrino e non mi ospitaste..

Il video sulla storia di Filemone e Bauci

Se vuoi goderti la narrazione della storia di Filemone e Bauci accompagnato dalla musica di Brahms (Sinfonia N. 3, I e III movimento) e gustando i capolavori della storia dell’arte che questa storia ha ispirato nei secoli, ti invito a vedere il video sul canale YouTube di Libriazonzo che trovi qua sotto.

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