Cristoforo Colombo e la sua epoca

Scopriamo la straordinaria storia di Cristoforo Colombo. Nel corso di soli dieci anni questo intrepido personaggio fu in grado di ridisegnare l’immagine del mondo conosciuta dall’umanità sino a quel momento.

Per millenni il mondo fu popolato da civiltà che, separate da distese oceaniche, vivevano destini indipendenti. Questa situazione cambiò il 12 ottobre 1492, giorno in cui Cristoforo Colombo “scoprì l’America”.  Questa data segna convenzionalmente il passagio dal medioevo all’età moderna.

In questo articolo raccontiamo la vita di Cristoforo Colombo cercando altresì di comprendere il contesto storico politico nel quale si muoveva.

Cristoforo Colombo giovane sognatore

Primogenito di Domenico Colombo, un facoltoso tessitore genovese, Cristoforo Colombo nasce attorno al 1450 nell’allora Repubblica di Genova. Siamo in pieno Rinascimento. Grazie alla sua posizione avanzata verso Oriente, l’Italia è uno dei centri propulsori della vita artistica, scientifica e commerciale di tutta l’Europa.
Tra i vari stati in cui era frammentata la penisola, la Repubblica di Genova doveva la sua prosperità al mare e, insieme alla rivale Repubblica di Venezia, giocava un ruolo egemone nei commerci su tutto il Mediterraneo.
Così il giovane Cristoforo cresce in un ambiente dove pullulano navigatori provenienti da tutti i porti e immagina avventure in terre lontane foriere di ricchezze e onori.

Legge avidamente “Il Milione” il libro in cui, duecento anni prima, il mercante veneziano Marco Polo aveva raccontato il suo straordinario viaggio fino all’Estremo Oriente attraverso la via della seta. Se vuoi approfondire puoi leggere il nostro articolo Il Milione di Marco Polo, un viaggio di più di sette secoli. Leggendo le avventure di Marco Polo, il giovane Colombo sogna di raggiungere anche lui un giorno il Catai e il Cipango, cioè l’odierna Cina e il Giappone.

Un naufragio provvidenziale

La prima volta che Colombo si avventura oltre il Mediterraneo è poco più che ventenne. Arruolato a bordo di una flotta armata che trasporta un carico di valore in Inghilterra, Colombo entra per la prima volta nell’Oceano Atlantico. Ma quell’oceano che un giorno avrebbe decretato l’imperitura fama di Colombo, quella prima volta gli riserva una disavventura quasi fatale. Quando la flotta genovese è ormai al largo del Portogallo viene aggredita dai pirati francesi. Al termine di un duro combattimento la nave di Colombo viene affondata e lui, abbracciato a un remo per stare a galla, naufraga sulle coste portoghesi. Questo evento sarà decisivo per l’epopea di Cristoforo Colombo.

Nel saggio “I grandi viaggiatori che hanno cambiato la storia del mondo” Giorgio Pirazzini racconta:

Il naufragio è una benedizione per Colombo perché è da questa disavventura che nasce la concatenazione di eventi che cambia il mondo.

Soccorso da semplici pescatori portoghesi, Colombo riesce a salvarsi. Rimessosi in sesto decide di raggiungere il fratello minore Bartolomeo che da tempo vive a Lisbona in veste di disegnatore di carte nautiche.
Questa circostanza non era affatto bizzarra per l’epoca. Infatti il Portogallo già da anni era all’avanguardia delle tecniche di navigazione oceaniche. Il principe Enrico il Navigatore, intatti, all’inizio del ‘400 fondò e finanziò una scuola d’arte nautica dove si perfezionavano metodi di navigazione nonché strumenti e carte nautiche.

Colombo quindi si stabilisce in Portogallo. Qui, grazie al suo fascino, riesce a sposare una giovane aristocratica figlia di un importante capitano marittimo portoghese. Felipa Moñiz Perestrello, questo è il nome della fortunata, gli dà un figlio, Diego, e un prestigioso lavoro nella marina portoghese.

Presto Colombo sviluppa una conoscenza dell’Oceano Atlantico per quei tempi straordinaria.

Lo straordinario sogno di Cristoforo Colombo

Nel frattempo Cristoforo Colombo culla il suo un sogno di raggiungere i luoghi esotici raccontati da Marco Polo. Ha intenzione di farlo in un modo che nessuno aveva mai tentato prima: navigando verso ovest!
Sfatiamo l’idea che a quel tempo si ritenesse che la terra fosse piatta: non era così. Da millenni gli eruditi sapevano che la terra è sferica. Ciò che nessuno sapeva allora è che in mezzo all’oceano, tra l’Europa e l’Asia, ci fosse un continente.
Quindi teoricamente sarebbe sempre stato ipotizzabile tentare di raggiungere l’Estremo Oriente navigando verso ovest. Però nessuno l’aveva mai tentato prima poiché l’impetuosità dell’ignoto Oceano Atlantico rendeva più sicura la via della seta. Ma come sempre avviene, i grandi avvenimenti della storia dell’umanità sono la conseguenza dell’inanellarsi di una serie di mutamenti storici. Così avvenne anche per l’avventurosa impresa di Colombo. Vediamo come.

Un contesto storico favorevole al sogno di Colombo

Nel ‘400, le antiche rotte verso l’Estremo Oriente, e cioè la cosiddetta via della seta, via terra, e la via delle spezie, per mare attraverso l’Oceano Indiano, non erano più praticabili come ai tempi di Marco Polo.

Impraticabilità delle antiche vie commerciali

Infatti la pax mongolica, cioè quella condizione di relativa sicurezza per coloro che si addentravano in Asia, era finita con la fine dell’Impero Mongolo.

Inoltre la progressiva espansione dell’Impero Ottomano verso il Medio Oriente e dunque nei punti nevralgici di passaggio tra il Mediterraneo e l’Estremo Oriente, aveva ormai reso impraticabili queste antiche rotte.

Ricerca di nuove vie

Mano a mano però che il mondo islamico avanzava sul Mediterraneo orientale, la cristianità si riappropriava progressivamente dei territori da secoli occupati dall’Islam nel Mediterraneo occidentale, nella penisola iberica. È la cosiddetta Reconquista.

Allo stesso tempo i regni cristiani d’Europa iniziavano a cercare nuove rotte per i lucrosi commerci con le Indie, ovvero con l’Estremo Oriente, alla ricerca delle preziosissime spezie e dell’oro.

Il regno del Portogallo, che aveva già terminato la sua Reconquista da circa due secoli, aveva da tempo potuto dedicare le sue risorse allo sviluppo delle tecniche di navigazione.

Così il Portogallo all’inizio del ‘400, grazie ad Enrico il Navigatore, aveva iniziato ad avventurarsi nell’Oceano Atlantico con l’obiettivo di raggiungere le Indie navigando verso oriente costeggiando l’Africa. Invece Colombo pensa di raggiungerle puntando verso occidente, navigando in mare aperto nell’Atlantico e magari scoprire lungo il tragitto nuove terre da conquistare.

Cristoforo Colombo alle corti reali

Cristoforo Colombo davanti alla regina, Emanuel Leutze
Cristoforo Colombo davanti alla regina, Emanuel Leutze

Per realizzare il suo obiettivo visionario Cristoforo Colombo ha bisogno del sostegno economico e politico di una grande potenza europea.

Colombo alla corte del re di Portogallo

Attorno al 1484 Colombo propone la sua audace impresa all’allora re del Portogallo Giovanni II, pronipote di Enrico il Navigatore. Il re del Portogallo affida la questione ad una commissione di esperti geografi. Questa commissione boccia la proposta di Colombo ritenendo che i dati presentati dal navigatore genovese circa le dimensioni della terra e quindi la durata del viaggio fossero inesatti, come in effetti erano.

Colombo aveva sottostimato la distanza che separa via mare le Canarie dal Giappone. Sosteneva infatti che la distanza fosse di circa 5 mila km, mentre in realtà è di ben 22 mila. Tale distanza non sarebbe stata in alcun modo percorribile con le imbarcazioni allora disponibili.

Secondo le conoscenze dell’epoca quindi i portoghesi avevano ragione a bocciare la proposta di Colombo. Nessuno sapeva ancora che tra l’Europa e l’Asia si frappone un continente.

Colombo alla corte dei re spagnoli

Dopo la bocciatura del Portogallo Colombo, tanto ostinato quanto intrepido, decide di rivolgersi alla Spagna.
A quel tempo la Spagna non era ancora unita. C’erano due grandi regni: quello di Castiglia e quello di Aragona. Quando Colombo arriva in Spagna una coppia di sovrani governa entrambi i regni: Ferdinando re di Aragona e Isabella regina di Castiglia. Il regno di Aragona aveva i porti sul Mediterraneo mentre quello di Castiglia sull’Atlantico. Quindi è a Isabella che Colombo deve rivolgersi per fare approvare e finanziare la sua impresa.

Nel frattempo la moglie portoghese di Colombo era morta e lui si era consolato tra le braccia di una ventenne spagnola, tale Beatriz Henriquez de Herana, che gli dà un secondo figlio, Fernando. Fernando scriverà la biografia del padre pur essendo di fatto figlio illegittimo. Infatti Colombo non sposò mai Beatriz che era di famiglia modesta anche se, cosa ai tempi assai singolare, sapeva leggere e scrivere.
Tramite delle conoscenze Colombo riesce a farsi presentare a corte per esporre il suo progetto e, con un eloquente discorso, promette ai sovrani spagnoli l’egemonia commerciale e religiosa sulle lucrose Indie.

Questioni spagnole ritardano il progetto di Colombo

Cristoforo Colombo davanti alla commissione di Salamanca, William Henry Powell
Cristoforo Colombo davanti alla commissione di Salamanca, William Henry Powell

La regina Isabella, allettata dalle promesse di Colombo, decide di sottoporre il progetto a una commissione. Ma il giudizio degli esperti spagnoli è analogo a quello della commissione Portoghese. Tuttavia la regina rimane particolarmente affascinata. Così pur congedando per il momento Colombo, continua ad accarezzare l’idea di sostenerne l’ambizioso progetto, ma solo in un secondo momento. Colombo doveva attendere con pazienza. Ora i sovrani di Spagna hanno un altro problema da risolvere: terminare la loro Reconquista.

La Reconquista spagnola

A causa dello sgomento suscitato dall’avanzata ottomana in Oriente, la Reconquista in Occidente assume il carattere di crociata.

Nel 1453 Costantinopoli, ultimo baluardo cristiano in Medio Oriente, cadde definitivamente nelle mani dell’Islam. Così Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia erano determinati a riconquistare alla cristianità il sultanato di Granada, ultima roccaforte dell’Islam in Occidente.

Per riuscire in questa impresa ottennero una bolla papale di crociata e il conseguente sostegno economico della Chiesa di Roma. Per raggiungere ciò fu determinante l’intercessione di Rodrigo Borgia, che allora era ancora cardinale, ma che ben presto sarebbe diventato papa col nome di Alessandro VI.
La Reconquista di Granada però richiede tempo. Così Colombo, dopo aver più volte mendicato inutilmente l’attenzione dei sovrani di Spagna, ormai stanco di aspettare si risolve a cercare altrove il supporto per la sua impresa.

È il 1491 quando Colombo ormai esasperato si prepara a lasciare la Spagna per proporre il suo progetto al re di Francia Carlo VIII.

Finalmente il progetto di Cristoforo Colombo viene approvato

Resa di Granada, Francisco Pradilla y Ortiz
Resa di Granada, Francisco Pradilla y Ortiz

Quando tutto pare ormai perduto per Colombo, c’è un incredibile colpo di scena: Granada è sul punto di crollare.

Appena la regina Isabella scopre che Colombo sta per mettersi al servizio della Francia lo fa richiamare precipitosamente e, nonostante il parere contrario della commissione, accetta di supportare il progetto.

Il 2 gennaio 1492 l’ultimo sultano di Granada, Boabdil, consegna le chiavi della città ai re spagnoli, che grazie a questa impresa ottengono dal papa il titolo di Re Cattolici.

La presa di Granada provoca grande giubilo in tutto il mondo cristiano. La Reconquista è finalmente terminata e tutta la penisola iberica è ora recuperata alla cristianità.

A questo punto, l’impresa ventilata da Colombo, è considerata una sorta di prolungamento oltreoceano dello spirito di crociata.

I finanziamenti per il viaggio di Cristoforo Colombo

Il progetto di Colombo viene visto come grande opportunità di evangelizzazione per tutti i popoli al di là dell’oceano. Così gran parte del viaggio viene finanziato col denaro eccedente della bolla di crociata che era stata emessa per Granada.

Altri finanziamenti vengono sostenuti direttamente da Colombo tramite prestiti ottenuti da affaristi italiani. Uno di questi è Giannotto Berardi, allora responsabile del Banco dei Medici di Siviglia. Siamo infatti nell’epoca della Firenze medicea, e il Banco dei Medici era allora la banca più importante di tutta l’Europa con succursali in tutti i paesi.

Accordi tra Colombo e i Re Cattolici

Per partire Colombo chiede e ai sovrani spagnoli vari privilegi. Ottiene la nomina ad Ammiraglio del Mare Oceano, nonché le cariche di viceré e governatore di tutte le terre che avrebbe eventualmente scoperto nel suo viaggio verso le Indie. Cariche ereditarie e che quindi si sarebbero trasmesse ai figli.

Colombo inoltre avrebbe avuto diritto al 10% delle ricchezze delle terre da lui eventualmente scoperte.

Ottiene inoltre la facoltà di finanziare l’ottava parte delle spese del viaggio e di tenere quindi per sé l’ottava parte dei profitti che ne sarebbero derivati.

Colombo riceve anche il titolo di “Don. Con una incredibile ascesa sociale, il navigatore genovese entra a far parte della nobiltà spagnola. I suoi figli, Diego e Fernando, vengono ricevuti a corte come paggi del principe ereditario Giovanni d’Aragona, unico figlio maschio dei Re cattolici.

Il primo viaggio oltreoceano di Cristoforo Colombo

Primo viaggio oltreoceano di Colombo
Primo viaggio oltreoceano di Colombo

All’alba del 3 agosto 1492 dal porto di Palos, Cristoforo Colombo e il suo equipaggio di 90 uomini, dopo essersi tutti confessati, salpano verso l’ignoto.

A bordo di tre caravelle, la Niña, la Pinta e la Santa Maria, dopo una sosta alle Canarie, si avventurano nell’Oceano Atlantico.

Dopo più di un mese in mare aperto, tra l’equipaggio serpeggia il malcontento. Nonostante i tentativi di Colombo di sedare gli animi con vane spiegazioni, il 10 ottobre si arriva a un vero e proprio ammutinamento. Colombo riesce a gestirlo promettendo che, se entro tre giorni non sarà avvistata terra, si tornerà indietro. L’intrepido ammiraglio si gioca ancora una volta il tutto per tutto, e provvidenzialmente la notte dopo si leva un grido: “Terra! Terra!”. Un colpo di cannone a salve avvisa le atre caravelle mentre Colombo, quasi incredulo, dal ponte vede il suo sogno avverarsi.

Cristoforo Colombo sbarca in America

Sbarco di Cristoforo Colobo il America, Dióscoro Puebla
Sbarco di Cristoforo Colobo il America, Dióscoro Puebla

È il 12 ottobre 1492. Colombo sbarca per primo, si inginocchia, bacia la terra e, piantando una croce sulla spiaggia, prendere possesso di quella terra in nome dei re di Spagna.
Si tratta di una piccola isola delle attuali Bahamas, ma Colombo pensa di essere arrivato in un remoto avamposto delle Indie. Battezza quell’isola San Salvador, in nome del Signore Gesù Cristo nostro Salvatore.

Colombo è convinto di aver realizzato finalmente il suo progetto di raggiungere le Indie andando verso occidente. Invece è sbarcato su un continente allora ignoto agli europei.

Nei giorni successivi procede all’esplorazione di quei territori incontaminati. Il 27 ottobre le caravelle arrivano all’attuale Cuba chiamata dai nativi Cibao, nome simile a Cipango cioè il Giappone di Marco Polo. Ciò consolida la convinzione di aver raggiunto le Indie.

Colombo aveva pianificato il suo viaggio per portare merci dall’Oriente, soprattutto spezie e oro, ma di queste sull’isola non ce n’è traccia. Poi finalmente trova dell’oro in un’isola vicina che battezza Hispaniola. È l’attuale Haiti e Repubblica Dominicana. L’oro rinvenuto è poco, tuttavia è sufficiente per non tornare a mani vuote dalla regina.

Nella notte di Natale la Santa Maria si incaglia sulla barriera corallina danneggiandosi irrimediabilmente. Non sarà in grado di prendere il mare così nel viaggio di ritorno verso la Spagna non ci sarà spazio per tutto l’equipaggio. Colombo lascia su Hispaniola 39 uomini con il compito di cercare oro e spezie promettendo loro che sarebbe tornato a prenderli.

Ritorno in Europa

Nel gennaio del 1493 Colombo inizia la traversata di ritorno, ma quando è ormai vicino alla meta una terribile burrasca investe per due giorni e due notti la nave dell’ammiraglio che è costretto a far vela verso il Portogallo.

In Portogallo Colombo viene accolto dal re Giovanni II che dovette mordersi le mani al prender atto del successo di quell’impresa che anni prima aveva rifiutato con spocchia. Colombo gongola davanti a quel sovrano che allora l’aveva trattato da cialtrone.

Quando finalmente riesce a tornare in Spagna Colombo viene accolto trionfalmente. Sbalordisce e diverte i sovrani con pappagalli variopinti e manufatti esotici. Ha portato a corte anche degli indigeni, chiamati indiani in quanto ritenuti abitanti delle Indie, e li descrive come estremamente amichevoli.

I primi rapporti tra europei e nativi americani

Ritorno di Cristoforo Colombo in Spagna, Ricardo Balaca
Ritorno di Cristoforo Colombo in Spagna, Ricardo Balaca

La regna cattolicissima dichiarerà gli indigeni cittadini del regno di Castiglia e come tali portatori di tutti i relativi diritti e doveri, tra i quali quello di professare la fede cristiana. Ne vieta lo sfruttamento, la schiavitù e ogni maltrattamento. Com’è tristemente noto tuttavia tali regole furono largamente disattese e negli anni a seguire le popolazioni native furono decimate dai conquistadores e dalle malattie da loro portate.

Le grandi potenze si spartiscono il mondo

Suddivisione del mondo tra Castiglia e Portogallo
Suddivisione del mondo tra Castiglia e Portogallo

Mentre in Castiglia si celebra il successo dell’ammiraglio, in Portogallo lo stizzito re Giovanni II cerca di appropriarsi delle nuove terre d’oltreoceano.

Il trattato di Alcáçovas

Con un astuto colpo di mano il sovrano portoghese invoca il trattato di Alcáçovas che era stato concluso tra Castiglia e Portogallo nel 1479 e poi legittimato dalla Chiesa con una bolla papale.

Tale trattato divideva orizzontalmente l’Atlantico in zone di influenza stabilendo che tutte le terre conosciute e da scoprire a sud delle Canarie sarebbero appartenute al Portogallo, mentre quelle a nord alla Spagna.

Quel trattato implicitamente si riferiva ai soli territori africani che il Portogallo aveva iniziato a colonizzare.

Giustificando la volontà espansionistica attraverso l’impegno morale e religioso a convertire al cristianesimo le popolazioni colonizzate, il Portogallo allora aveva ottenuto la legittimazione della Chiesa.

Trattato di Tordesillas

Immediatamente i re cattolici si appellano all’autorità papale per mettere in salvo le conquiste di Colombo.

Alessandro VI Borgia dirime la disputa ispano-portoghese dividendo verticalmente l’oceano in due ponendo una linea immaginaria a 100 leghe a ovest di Capo Verde. Il papa decreta che tutte le terre scoperte e da scoprire che non appartenessero già a regni cristiani sarebbero state sotto l’influenza del Portogallo se a est della linea, mentre tutte quelle a ovest sarebbero appartenute al regno di Castiglia.

Qualche anno dopo, l’insoddisfatto re del Portogallo riuscirà a ottenere un ulteriore spostamento a ovest della linea che divide in due il mondo con il Trattato di Tordesillas del 1494.

Fu proprio a causa di questo spostamento della linea che anni dopo il Portogallo potrà colonizzare l’attuale Brasile, mentre tutto il resto dell’America latina sarebbe rimasto sotto l’influenza spagnola.

Teniamo ben presente che al momento dei due trattati ispano-portoghesi, quello di Alcáçovas e quello di Tordesillas, veniva diviso un mondo completamente sconosciuto. Nessuno avrebbe mai immaginato che al di là dell’oceano ci fosse un continente.

Questioni religiose e spartizione del mondo

Non c’è da stupirsi che i sovrani ispano-portoghesi si rivolgessero all’autorità pontificia per ottenere la legittimazione del loro potere sui territori d’oltremare.

Nel clima di crociata dell’epoca infatti, dove la cristianità mirava a strappare le terre ai cosiddetti infedeli, fossero essi musulmani o pagani, le questioni politiche, economiche e religiose erano strettamente intrecciate.

Non dimentichiamo che sotto il regno di Fernando e Isabella, nel 1492 erano stati espulsi dalla Spagna tutti gli ebrei, seguiti poco dopo dai musulmani. Inoltre coloro che tra questi avevano abbracciato il cattolicesimo, cioè i conversos, ossia gli ebrei convertiti, e i moriscos, cioè i musulmani convertiti, erano sotto il giogo dell’Inquisizione Spagnola al cui vertice i Re Cattolici avevano nominato il terribile Tomás de Torquemada.

In quel clima di estremismo cattolico, le espulsioni e le atrocità commesse ai danni dei cosiddetti infedeli, avevano il secondario, ma non per questo meno importante effetto di spostare enormi somme di denaro dai ricchi ebrei e musulmani nelle casse della corona spagnola.

Secondo viaggio oltreoceano di Cristoforo Colombo

Secondo viaggio oltreoceano di Colombo
Secondo viaggio oltreoceano di Colombo

Nel frattempo, sull’onda dell’entusiasmo generato dalla straordinaria impresa di Colombo, la regina ne aveva disposto subito un secondo viaggio.

Questa volta la partenza è spettacolare: il 25 settembre 1493 Colombo parte al comando della più grande flotta che avesse mai solcato gli oceani sino a quel momento.

A bordo di 17 navi salpano 2.000 uomini con l’obiettivo di fondare una colonia: funzionari, minatori, artigiani, ma anche agricoltori con le loro piante tra cui la canna da zucchero, allevatori con i loro animali e naturalmente preti con la missione di convertire gli indiani al cristianesimo.

Inoltre la regina Isabella affida a Colombo una lettera da consegnare all’imperatore della Cina tesa a favorire i mercati con quella fiorente civiltà descritta da Marco Polo.

Esito infausto del secondo viaggio

Ma quando l’Ammiraglio, tre anni più tardi, tornerà in Spagna le aspettative della corona spagnola saranno altamente deluse.

Della Cina non si è vista neanche l’ombra e così delle spezie e dell’oro. I nativi, descritti al ritorno del primo viaggio come estremamente pacifici, si erano invece rivelati ben poco amichevoli, tanto che il primo contingente di spagnoli rimasto su Hispaniola nel primo viaggio era stato nel frattempo completamente sterminato. Inoltre nel secondo viaggio gli spagnoli incontrarono un’altra popolazione nativa, i Caraibi, dal cui nome deriverà la parola “cannibali” poiché vennero sorpresi a mangiare carne umana.

Oltretutto i nuovi coloni non si fecero scrupoli a violentare le donne indigene e a metterne in catene gli uomini. Si erano verificate ogni genere di atrocità, mentre Colombo non era stato assolutamente in grado di governare quella masnada di uomini che, lontani dalla patria, erano completamente fuori controllo.

Terzo viaggio oltreoceano, Colombo sbarca in Venezuela

Terzo viaggio oltreoceano di Colombo
Terzo viaggio oltreoceano di Colombo

Questa situazione raffredda gli entusiasmi della Spagna che trattiene quindi Colombo per ben due anni.

Tuttavia, temendo di lasciar via libera sull’Atlantico ad altri paesi europei, il 30 maggio 1498 Isabella fa ripartire Colombo per il suo terzo viaggio. Questa volta l’obiettivo è di tipo esplorativo.

Per la prima volta Colombo sbarca, non su un’isola, bensì sul continente, nell’attuale Venezuela. È il 5 agosto 1498. Colombo si rende conto di aver messo piede su un continente da vari indizi ricavati durante l’esplorazione come stormi d’uccelli e grosse correnti d’acqua dolce che defluiscono dalla terraferma, tuttavia continua a sostenere che si tratta delle Indie.

Il terzo viaggio ha in serbo aspre sorprese per Colombo. La fama ormai sinistra delle terre d’oltreoceano ha reso necessario reclutare l’equipaggio tra le canaglie che popolano le prigioni spagnole che accettano di imbarcarsi in cambio della libertà. Questo non aiuta la già difficile situazione oltreoceano tanto che Colombo dovrà far fronte a diverse ribellioni. Cercherà di riportare il controllo col pugno di ferro.

Cristoforoo Colombo sotto arresto

Nel frattempo la corona Spagnola decide di inviare nelle colonie Francisco de Bobadilla, uomo di fiducia dei sovrani, per controllare l’operato di Colombo.

Bobadilla, una volta arrivato, arresta Colombo per malgoverno e lo spedisce in Spagna in catene. Questo è il punto più basso della parabola del grande navigatore. Cristoforo Colombo si presenta in catene davanti ai re che ne dispongono l’immediata liberazione. Ma, pur riconoscendo i diritti economici pattuiti, gli revocano titoli e onori e inviano un nuovo governatore nelle nuove terre.

Tuttavia, sebbene abbiano perso la fiducia nelle capacità amministrative e di governo di Colombo, i Re Cattolici confidando ancora nella sua ineguagliabile destrezza nautica e gli affidano un quarto viaggio a condizione di non far scalo a Hispaniola dove ormai risiede il nuovo governatore Nicolás de Ovando.

Il quarto e più avventuroso viaggio oltreoceano di Cristoforo Colombo

Quarto viaggio oltreoceano di Colombo
Quarto viaggio oltreoceano di Colombo

È il 1502, Colombo è sulla cinquantina e per quell’epoca era già piuttosto anziano. Sarà il suo ultimo viaggio oltreoceano e il più avventuroso di tutti.

Uragani e aggressioni

Dopo un inizio prodigioso, una traversata dell’oceano effettuata in sole tre settimane, arrivato nei Caraibi Colombo deve affrontare un terribile uragano. Ma le peripezie non finiscono qui.

Scampato all’uragano Colombo parte all’esplorazione di Panama dove cerca invano un passaggio per mare che gli faccia raggiungere il tanto agognato Catai proprio dove 400 anni dopo sarebbe stato aperto il Canale di Panama.

A Panama gli indigeni sono aggressivi e attaccano gli stranieri uccidendo alcuni membri dell’equipaggio.

Gli spagnoli fuggono ma le navi sono investite da una terribile tempesta.

Naufragi e scontri

Naufragano in Giamaica e lì vengono soccorsi dagli indigeni giamaicani. Colombo riesce a inviare un suo ufficiale su una canoa verso Hispaniola per chiedere aiuti, ma l’impresa è ardua e richiede tempi epici.

Intanto in Giamaica la situazione si fa sempre più tesa: l’equipaggio è esausto e nervoso così un gruppo di ribelli ormai fuori controllo commette ogni genere di razzia contro gli indigeni che ormai ostili si rifiutano di aiutare gli spagnoli.

Una divina eclissi lunare

Eclissi lunare predetta da Cristoforo Colombo
Eclissi lunare predetta da Cristoforo Colombo

Colombo qui ha un colpo di genio. Da esperto navigatore conosce bene il movimento degli astri e sa che da lì a poco ci sarebbe stata un’eclissi lunare. Quindi dichiara solennemente al capo indigeno che Dio è indignato con loro e che se non avessero ripreso a fornire cibo agli spagnoli presto Dio avrebbe oscurato la luna.

Così non appena si verifica l’eclissi gli indiani terrorizzati si prostrano davanti a Colombo e riprendono a fornire cibo all’equipaggio.

Finalmente arrivano i soccorsi spagnoli e dopo mille peripezie il 7 novembre 1504 Colombo è di ritorno in Spagna.

Ultimi anni di Colombo

Pochi giorni dopo il ritorno di Colombo in Spagna la regina Isabella muore e con lei Colombo perde la sua sostenitrice. Ferdinando d’Aragona non è mai stato un estimatore di Colombo. Lo riceverà a corte solo due anni dopo e rifiuterà di restituirgli i titoli e i privilegi reclamati.

Fortunatamente Colombo non era stato spogliato dei compensi economici dei suoi viaggi così aveva accumulato un’enorme fortuna.

Tuttavia non rinunciò mai a lottare per il riconoscimento di tutto ciò che gli era stato promesso, tanto che intraprese una causa contro la corona di Castiglia. Questa controversia legale ebbe fine ben 30 anni dopo la morte di Colombo e si concluse solamente con la concessione al primogenito Diego del titolo di Ammiraglio e di Governatore di Hispaniola.

Cristoforo Colombo si spegne il 20 maggio 1506 a Valladolid.

Dove si trovano le spoglie di Colombo?

Dopo la morte dei Colombo, il suo feretro viene portato a Santo Domingo e sepolto all’interno della cattedrale.

Quando anni dopo, Francis Drake, il corsaro della regina inglese Elisabetta I, saccheggerà la colonia spagnola, porterà via anche le spoglie di Colombo. Da allora nessuno più saprà che fine abbiano fatto.

Perché l’America prese il nome da Amerigo Vespucci anziché da Cristoforo Colombo

Mappa di Waldseemüller del 1507 dove per la prima volta compare il nome
Mappa di Waldseemüller del 1507 dove per la prima volta compare il nome “America”

Straordinario navigatore ma pessimo governante, caparbio e visionario ma anche avido e arrampicatore, paziente diplomatico ma anche irriverente e orgoglioso, Colombo non riconobbe mai, o perlomeno non volle mai ammettere, di non essere giunto alle Indie, e di aver scoperto un Nuovo Mondo.

Amerigo Vespucci

Sarà il navigatore fiorentino Amerigo Vespucci a prendersi il merito della scoperta di un Nuovo Mondo.

Da giovane lavorava a fianco di Giannotto Berardi, il finanziatore personale di Colombo, e che preso dall’entusiasmo per l’impresa del navigatore genovese decise anche lui di prendere il mare.

Amerigo Vespucci fu il primo a intuire che le terre oltreoceano erano un Nuovo Mondo e, grazie alle sue aderenze nonché ad un astuto uso della stampa, invenzione ai tempi relativamente recente, riuscì a dare parecchia eco alla sua intuizione. Tanto che i cartografi dell’epoca decisero di battezzare questo nuovo continente col nome di Amerigo.

Nel favoloso libro “I grandi personaggi del Rinascimento” la scrittrice Sara Prossomariti conclude:

Amerigo non era un impostore ma neanche un esploratore del calibro di Colombo. Era un uomo colto che ebbe la possibilità di prendere parte a quella grande avventura che fu la scoperta dell’America e ne parlò in maniera tale da attirare su di sé l’attenzione di molti.

I video sulle avventure di Cristoforo Colombo

Se vuoi goderti le avventure di Cristoforo Colombo gustando tanti altri particolari, ti invito a vedere la serie di video sul canale YouTube di Libriazonzo di cui qua sotto trovi il primo episodio.

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