Coriolano; Eustache Le Sueur

Coriolano, un personaggio in viaggio nei secoli

Ho scoperto per la prima volta il personaggio di Coriolano ascoltando alla radio l’overture di Beethoven intitolata appunto Coriolano. Rapita da un turbine di emozioni inaspettate, decisi di documentarmi. La ricerca si è rivelata altrettanto entusiasmante. Incredibili storie e grandi figure del passato si sono srotolate davanti a me regalandomi innumerevoli spunti:

  1. Plutarco narrò la vita di Coriolano nelle sue Vite Parallele all’inizio del II secolo d.C.
  2. Sir Thomas North tradusse quest’opera per la regina Elisabetta I alla fine del XVI secolo. Shakespeare lesse la traduzione e, ispirato da questa avvincente storia, ne scrisse una tragedia.
  3. Circa duecento anni dopo Beethoven compose la sua ouverture.
  4. Recentemente il film Coriolanus ha riportato la tragedia shakespeariana in un’ambientazione attuale.

Viaggia con me sulle orme di questo personaggio e scopriamo insieme perché la storia di Coriolano è ancora così viva dopo più di venti secoli.

La storia raccontata da Plutarco

Plutarco e la sua opera

Plutarco (46 – 120 d.C. ca.) era uno scrittore e filosofo nato in Grecia che trascorse un lungo periodo a Roma ed ebbe quindi anche la cittadinanza romana. La sua opera più famosa sono le Vite Parallele. Si tratta di 23 coppie di biografie in cui accosta un personaggio storico romano a uno greco. In questo caso Coriolano è accostato ad Alcibiade per aver entrambi tradito la patria. Queste biografie, lungi dall’essere pedanti elenchi di nomi e fatti, sono letture tutt’oggi godibilissime grazie ai numerosi aneddoti e alle sensibili descrizioni psicologiche dei personaggi.

La storia di Coriolano

Coriolano alle porte di Roma. Giovanni Battista Tiepolo
Coriolano alle porte di Roma. Giovanni Battista Tiepolo

Coriolano era un condottiero romano vissuto nel V secolo a.C..

Le origini di Coriolano

Orfano di padre, fu allevato dalla madre Volumnia, che egli amava più di ogni altra cosa.

Si chiamava Caio Marcio e ottenne il nome Coriolano per aver guidato coraggiosamente pochi soldati romani contro i Volsci (antico popolo italico stanziato nell’area laziale) e averne conquistato la città di Corioli (453 a.C.)

L’invidia dei compatrioti

La sua virtù e il suo coraggio gli valsero fama e onore, ma lo resero anche oggetto di invidia.

Con le sue incaute e arroganti dichiarazioni anti plebee prestò il fianco a quei politici romani che nutrivano invidia per le sue doti. Fu così condannato all’esilio a vita. Plutarco descrive la reazione a tale condanna da parte di Coriolano con queste parole:

…non si dimostrò né impaurito né umiliato: anzi, nell’aspetto, nell’incedere, nel volto, sembrava essere, fra tutti gli altri addolorati, il solo a non dolersi per la propria sorte, e ciò …perché era in preda …alla collera e al rancore, sentimenti che – benché i più lo ignorino – sono anch’essi espressione del dolore.

La vendetta di Coriolano

Coriolano, assecondando il suo temperamento veemente, si vendicò alleandosi con i Volsci, gli antichi nemici. Aiutando il loro generale Tullo Aufidio, condusse vittoriosamente molte lotte contro Roma.

Sul punto di entrare a Roma, tuttavia, mosso dalle accorate suppliche di sua madre di desistere, fermò la guerra.

Coriolano. Soma Orlai Petrich
Coriolano. Soma Orlai Petrich

L’invidia dei nuovi alleati

Ma ancora una volta l’invidia suscitata dal valore di Caio Marcio Coriolano si rivelò il suo peggior nemico. Leggiamo  con quali parole Plutarco, da abile conoscitore della psiche umana, descrive lo stato d’animo del generale dei Volsci Tullo:

…vittima di una debolezza umana: si crucciava che la sua fama fosse offuscata completamente da quella di Coriolano e lui stesso messo in secondo piano dai Volsci, i quali non vedevano che Marcio

Il generale Tullo, mosso quindi dalla feroce invidia maturata verso Coriolano, lo accusò di slealtà fino a spingere i più violenti dei propri seguaci ad assalirlo e a ucciderlo.

Coriolano raccontato da Shakespeare e da Beethoven

La tragedia di Shakespeare

In epoca elisabettiana (1558 – 1603 ) la traduzione delle opere classiche ebbe una notevole fioritura in Inghilterra.

Ritratto di Shakespeare
Ritratto di Shakespeare

Shakespeare (1564 – 1616) ebbe quindi modo di accedere ai classici attraverso le traduzioni di Seneca, Ovidio e Plutarco traendone ispirazione per le sue opere. Una di queste fu la tragedia che porta il titolo di Coriolano. Ed è proprio qui che troviamo la nota citazione:

Action is eloquence

L’azione è eloquenza

Si tratta di una parte del discorso con cui Volumnia, la madre di Coriolano, lo persuade a mostrarsi mite ai tribuni romani non solo a parole, ma anche con i gesti.

L’ouverture di Beethoven

Ritratto di Beethoven. Karl Joseph Stieler
Ritratto di Beethoven. Karl Joseph Stieler

Anche Beethoven (1770 – 1827), nella sua ouverture, si sofferma sulla figura della madre. Nella composizione infatti il tema impetuoso della rabbia del protagonista si alterna a quello delicato delle suppliche amorose di Volumnia. Lasciandoti trasportare dalla musica puoi sentire il dialogo. Se è vero infatti che l’ouverture non può raccontarci propriamente la storia, tuttavia riesce a evocarne le emozioni in modo estremamente vivido. Beethoven ci accompagna con straordinaria abilità in un viaggio all’interno del nostro personale universo intimo ricco di emozioni contrastanti.

Un personaggio che parla di noi

La storia di Coriolano ci emoziona ancora perché racconta qualcosa di noi. Parla di emozioni umane eterne: orgoglio, rabbia, desiderio di vendetta, senso di isolamento, invidia, ma anche tenerezza e amore puro e vero dei genitori. Questa storia ci permette di guardare in profondità le pieghe più sordide del nostro animo, ma ci consente anche di accogliere la nostra fragilità e umanità.

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